I lavori all’hotel e la psicosi profughi «Scendiamo in piazza contro i migranti»
Calolzio, proteste per il cantiere. Il prefetto: nessun centro accoglienza. Cittadini oggi in corteo
La commerciante «Quell’albergo è abbandonato da anni, ci dicono che una onlus è pronta a entrarci»
È bastata un’impalcatura LECCO spuntata all’improvviso per scatenare i timori dei commercianti e dei residenti della zona. Quando gli operai hanno messo piede all’interno dell’ex albergo Italia, palazzina su tre piani nei pressi della stazione, la paura che i lavori in corso potessero essere il preludio all’arrivo di altri profughi, ha fatto scattare la mobilitazione generale. «Lo stabile è abbandonato da anni, il piano di lottizzazione per la riqualificazione dell’area non è mai partito. E ora improvvisamente l’intervento, quanto meno sospetto, di sistemazione del tetto. Ho chiesto ai condomini del caseggiato di fronte. Ci siamo informati ed è saltato fuori che ci sarebbe una onlus pronta a gestire l’accoglienza di 70 migranti», spiega Antonella Pizzolato, che lavora al bar della stazione.
Accade a Calolziocorte, cittadina alle porte di Lecco, 14.000 abitanti e al momento solo una ventina di richiedenti asilo ospitati negli appartamenti della cooperativa il Gabbiano. La protesta contro possibili nuovi arrivi ha assunto i contorni di una vera e propria ondata, tanto che oggi residenti e commercianti della zona scenderanno in strada per una sorta di manifestazione «preventiva», nonostante le istituzioni si siano affrettate a smentire categoricamente la notizia. «Non sarà allestito un centro di accoglienza straordinaria in quella palazzina», spiegano Prefettura e distretto di Lecco. «Non è stato presento alcun progetto», sottolinea il sindaco Cesare Valsecchi. Ma i cittadini non sembrano fidarsi: «Chiediamo all’amministrazione di fare tutte le verifiche del caso per sapere come stanno realmente le cose. Abbiamo informazioni fidate in merito al fatto che ci sarebbe una trattativa in corso. Non è una questione di razzismo, ma l’area della stazione presenta già troppi problemi dal punto di vista della sicurezza, questo sarebbe il colpo di grazia», rincara la dose Cristina Valsecchi, titolare di una gelateria. E le parole della proprietà, che non smentisce e non conferma, non servono certo a rasserenare gli animi: «A casa mia faccio quello che voglio», risponde piccato Carlo Colombo, della Colombo manutenzione stabili, rimarcando che «se il piano di lottizzazione per riqualificare l’intera area presentato a suo tempo al Comune non fosse irrimediabilmente fermo al palo, la zona a quest’ora avrebbe già un altro volto».
«Per realizzare un centro di accoglienza straordinario in quel luogo servono le autorizzazioni e nessuno al momento ha chiesto alcun accredito dell’edificio — ribadisce Filippo Galbiati, presidente del distretto di Lecco —. Per altro gli arrivi sono in calo e dunque anche se la domanda dovesse essere presentata in futuro probabilmente non vorrebbe accettata. L’obiettivo resta quello dell’accoglienza diffusa, a cui Calolziocorte ha aderito». In campo anche la Lega Nord: «Non siamo così sprovveduti. Inizieranno con l’invio di una ventina di migranti, per raggiungere il numero previsto dall’accordo Sprar e poi ne arriveranno altri», replica il segretario cittadino Luca Caremi. «Comincio a lavorare alle quattro di mattina, finisco alle otto di sera. La zona è frequentata da balordi di ogni tipo. Io oggi alla manifestazione ci sarò», sussurra Antonella mentre serve l’ennesimo caffè della giornata.