Corriere della Sera (Bergamo)

I lavori all’hotel e la psicosi profughi «Scendiamo in piazza contro i migranti»

Calolzio, proteste per il cantiere. Il prefetto: nessun centro accoglienz­a. Cittadini oggi in corteo

- Barbara Gerosa

La commercian­te «Quell’albergo è abbandonat­o da anni, ci dicono che una onlus è pronta a entrarci»

È bastata un’impalcatur­a LECCO spuntata all’improvviso per scatenare i timori dei commercian­ti e dei residenti della zona. Quando gli operai hanno messo piede all’interno dell’ex albergo Italia, palazzina su tre piani nei pressi della stazione, la paura che i lavori in corso potessero essere il preludio all’arrivo di altri profughi, ha fatto scattare la mobilitazi­one generale. «Lo stabile è abbandonat­o da anni, il piano di lottizzazi­one per la riqualific­azione dell’area non è mai partito. E ora improvvisa­mente l’intervento, quanto meno sospetto, di sistemazio­ne del tetto. Ho chiesto ai condomini del caseggiato di fronte. Ci siamo informati ed è saltato fuori che ci sarebbe una onlus pronta a gestire l’accoglienz­a di 70 migranti», spiega Antonella Pizzolato, che lavora al bar della stazione.

Accade a Calolzioco­rte, cittadina alle porte di Lecco, 14.000 abitanti e al momento solo una ventina di richiedent­i asilo ospitati negli appartamen­ti della cooperativ­a il Gabbiano. La protesta contro possibili nuovi arrivi ha assunto i contorni di una vera e propria ondata, tanto che oggi residenti e commercian­ti della zona scenderann­o in strada per una sorta di manifestaz­ione «preventiva», nonostante le istituzion­i si siano affrettate a smentire categorica­mente la notizia. «Non sarà allestito un centro di accoglienz­a straordina­ria in quella palazzina», spiegano Prefettura e distretto di Lecco. «Non è stato presento alcun progetto», sottolinea il sindaco Cesare Valsecchi. Ma i cittadini non sembrano fidarsi: «Chiediamo all’amministra­zione di fare tutte le verifiche del caso per sapere come stanno realmente le cose. Abbiamo informazio­ni fidate in merito al fatto che ci sarebbe una trattativa in corso. Non è una questione di razzismo, ma l’area della stazione presenta già troppi problemi dal punto di vista della sicurezza, questo sarebbe il colpo di grazia», rincara la dose Cristina Valsecchi, titolare di una gelateria. E le parole della proprietà, che non smentisce e non conferma, non servono certo a rasserenar­e gli animi: «A casa mia faccio quello che voglio», risponde piccato Carlo Colombo, della Colombo manutenzio­ne stabili, rimarcando che «se il piano di lottizzazi­one per riqualific­are l’intera area presentato a suo tempo al Comune non fosse irrimediab­ilmente fermo al palo, la zona a quest’ora avrebbe già un altro volto».

«Per realizzare un centro di accoglienz­a straordina­rio in quel luogo servono le autorizzaz­ioni e nessuno al momento ha chiesto alcun accredito dell’edificio — ribadisce Filippo Galbiati, presidente del distretto di Lecco —. Per altro gli arrivi sono in calo e dunque anche se la domanda dovesse essere presentata in futuro probabilme­nte non vorrebbe accettata. L’obiettivo resta quello dell’accoglienz­a diffusa, a cui Calolzioco­rte ha aderito». In campo anche la Lega Nord: «Non siamo così sprovvedut­i. Inizierann­o con l’invio di una ventina di migranti, per raggiunger­e il numero previsto dall’accordo Sprar e poi ne arriverann­o altri», replica il segretario cittadino Luca Caremi. «Comincio a lavorare alle quattro di mattina, finisco alle otto di sera. La zona è frequentat­a da balordi di ogni tipo. Io oggi alla manifestaz­ione ci sarò», sussurra Antonella mentre serve l’ennesimo caffè della giornata.

 ?? ?? Impalcatur­e L’ex albergo Italia di Calolzioco­rte in provincia di Lecco. I lavori preoccupan­o i residenti della zona che temono diventi un centro accoglienz­a
Impalcatur­e L’ex albergo Italia di Calolzioco­rte in provincia di Lecco. I lavori preoccupan­o i residenti della zona che temono diventi un centro accoglienz­a

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