Corriere della Sera (Bergamo)

L’uomo e la natura Le storie dei giardini fanno il pienone

- Morandi

«Nulla è più figlio dell’arte di un giardino», sosteneva il romanziere Walter Scott. E al giardino, quale proiezione del nostro immaginari­o e spazio deputato all’incontro tra natura, uomo e artefatto, è dedicato il ciclo di conferenze «Giardini dipinti».

I primi tre incontri hanno registrato un’alta affluenza. «È un viaggio culturale molto apprezzato — dice stupita Chiara Spanio dei servizi educativi dell’orto botanico —. Pensavamo di prenotare la sala Galmozzi, con una capienza di un’ottantina di persone, invece sin dal primo incontro se ne sono registrate 150 così abbiamo dovuto richiedere gli Auditorium di piazza della Libertà e di Sant’Alessandro. La città sta rispondend­o molto bene a questo progetto, che registra sempre un ampio interesse. La gente apprezza l’ascolto della storia dell’uomo, rivista da saperi diversi che si intreccian­o».

Il progetto, ideato dall’Orto botanico «Lorenzo Rota», dall’Ateneo di Scienze, lettere ed arti e dall’Università, è un racconto che intreccia tre punti di vista. «come l’uomo fa rivivere il giardino. Se nel Quattrocen­to si inventa un nuovo modo di guardare attraverso la prospettiv­a, con la natura che diventa luogo di fuga visiva, nel Cinquecent­o esplode la maniera e il giardino è quello dei misteri, fatto di giochi d’acqua e mostri. I giardini accompagna­no la storia dell’umanità».

Partiti dai giardini antichi, gli incontri, in un continuo gioco di rimandi tra pittura e natura, approderan­no alla contempora­neità, dove «i parametri di riferiment­o sono cambiati — spiega Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto botanico —. Se i primi giardini erano dei microcosmi, nel Medioevo ogni pianta aveva un significat­o simbolico, nel Novecento, con il fenomeno della metropoliz­zazione, ha più importanza il verde pubblico del giardino condominia­le».

In attesa di parlare di come è affrontato il verde nella società odierna, oggi alle 17.30, all’auditorium si parlerà del «Cinquecent­o. Modello Italia, il giardino degli umanisti». Al centro del dialogo, la nascita del primo orto botanico a Pisa nel 1543, seguito da quelli di Padova e Firenze. Si parlerà anche di rivoluzion­e architetto­nica del verde. Villa prenderà ad esempio il Belvedere di Roma progettato da Bramante e voluto da papa Giulio II Della Rovere, per arrivare ai giardini della villa medicea di Castello, a quelli di Villa Maser del Palladio sino a giardini fantastici come quello dei mostri di Bomarzo con giochi d’acqua, labirinti e massi che diventano creature da brivido. «Il giardino è il luogo dell’immaginazi­one — prosegue Villa —, che trova poi riscontro nella pittura».

Il racconto continuerà nelle tele di Lotto, Tintoretto e Bruegel, per mostrare come la cultura europea interpreta­va il giardino all’italiana che, conclude Mencaroni, «è una dialettica tra passato, presente e rappresent­azione del potere».

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 ??  ?? Medici I giardini all’italiana della villa fiorentina di Castello sono fra i modelli dell’utilizzo del verde nel ‘500
Medici I giardini all’italiana della villa fiorentina di Castello sono fra i modelli dell’utilizzo del verde nel ‘500

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