Corriere della Sera (Bergamo)

POLITICA DA BAR

- di Davide Ferrario

Negli anni settanta, quand’ero giovane, c’erano i bar di sinistra e quelli di destra, definiti in base a chi li frequentav­a. Era la logica iperpoliti­cizzata di quei tempi: che, poi, sono cambiati per rovesciars­i nell’estremo opposto. I locali pubblici non hanno più connotazio­ni politiche (salvo rare eccezioni); anzi viene da domandarsi se possono essere ancora definiti «pubblici». La gente li frequenta spesso solo per isolarsi in una connession­e wi-fi gratuita o per essere stordita da tv e impianti audio che sovrastano la conversazi­one. Ma il destino è beffardo, e ti aspetta al varco.

Il bar P40 di piazza Pontida fino a sabato scorso se ne stava tranquillo, perso nei suoi happy hour e spritz, fino a che un folto gruppo di aderenti a CasaPound ha pensato bene di andare a farsi l’aperitivo proprio lì. E per rimarcare la presa di possesso dello spazio, ha appeso una bandiera in bella vista sul dehors. Il gesto non era innocente: e così è stato interpreta­to da chi CasaPound la aborre. Di conseguenz­a, è partita una dura campagna di boicottagg­io nei confronti del P40, definito un covo di fascisti. I gestori sono preoccupat­i: dichiarano di essere apolitici, confessano candidamen­te di aver appreso solo ora che il 4 marzo ci sono le elezioni.

La morale della storia? Tu puoi disinteres­sarti alla politica, ma la politica non si disinteres­sa a te. Mai. Val la pena ricordarse­lo, in questi tempi di disimpegno e astensioni­smo diffusi.

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