Treviglio, il ritorno all’utile della Bcc
Fra i dati migliori quelli dei nuovi mutui: 88 milioni di euro di cui 14 per la prima casa
La Cassa Rurale di Treviglio è tornata in attivo dopo tre anni. I risultati del 2017, annunciati ieri, chiudono con un utile di 596 mila euro, a fronte dei 18 milioni di perdite dell’anno prima. Una rimonta che i vertici attribuiscono al «piano di lavoro degli ultimi due anni». Tra i numeri positivi, gli 88 milioni di euro di nuovi mutui (14 dei quali per la prima casa) e la raccolta totale a 2,145 miliardi.
I risparmi Le pratiche di nuovi mutui sono state 700 per 88 milioni di euro, 14 su prime case
Dopo tre anni la Cassa Rurale di Treviglio torna in attivo. Ieri l’istituto di credito ha comunicato i risultati del 2017, che chiude con un utile di 596 mila euro contro i 18 milioni di perdite del 2016 e i 24 del 2015. Un’inversione di tendenza che si era intravista già nella semestrale del giugno scorso. Appesantita dai crediti deteriorati e dall’operatività in declino, sembra che la Bcc trevigliese, a lungo il campione delle Bcc bergamasche, fosse sotto scacco. «Grazie anche al buon momento economico ma soprattutto al piano di lavoro che ci siamo dati negli ultimi due anni — spiega il presidente Giovanni Grazioli — siamo tornati in una situazione di normale operatività».
Il presidente della Cassa Rurale può essere soddisfatto soprattutto per gli 88 milioni di euro di nuovi mutui accesi dall’istituto e dalla raccolta indiretta in forte crescita. «Abbiamo avviato oltre 700 pratiche di nuovi mutui — precisa Grazioli — quelle relative all’acquisto della prima casa hanno raggiunto un valore di 14 milioni di euro, segno che anche questo mercato è ripartito. La raccolta totale dell’isti- tuto si è attestata a 2,145 miliardi di euro, con un incremento del 2,06 % rispetto a fine 2016. Una crescita dovuta in particolar modo alla raccolta indiretta, che segna un incremento di 111 milioni di euro (pari al 20,65%) grazie anche all’attenzione verso la gestione professionale del risparmio, che ha visto una crescita del “gestito” del 15,30%. Nel clima di sfiducia verso gli istituti di credito la nostra Cassa Rurale è un soggetto credibile a cui la gente affida i propri risparmi».
È stata però la riorganizza- zione interna a dare forse i frutti maggiori. «Il piano prevedeva la riduzione da 50 a 40 filiali — illustra Grazioli —, siamo a 42 ma 2 sono automatizzate. Il personale diminuisce di 7 unità a quota 316. Nel 2018 avremo altre 6 uscite dovute a pensionamenti. Abbiamo ridotto i costi operativi del 3,54%, sono passati da 36,9 milioni del 2016 a 35,6 del 2017». In una situazioni di tassi d’interesse negativi l’attività primaria dell’istituto è ancora in stallo con i margini d’interesse scesi da 29,3 milioni del 2016 a 27,7 del 2017 e il margine di intermediazione calato dal 49,8 milioni di due anni fa ai 48,9 del 2017. «Abbiamo saputo creare valore in altri settori — dice Grazioli —, non a caso le commissioni nette passano da 13,3 a 13,9».
Altro settore che ha visto la Cassa Rurale al lavoro è la copertura dei rischi dovuti alle sofferenze. Nel 2017 le coperture sui crediti a sofferenza sono salite al 48,42% e quelli classificati ad inadempienza probabile hanno superato il 30%. Continua poi il progressivo miglioramento del Total Capital Ratio, che sale al 14,43 % rispetto al 12,04 % di fine 2016, con i Fondi propri che si attestano a quota 151 milioni di euro. Nel 2018 poi la Cassa Rurale intende far confluire 80 milioni di euro di sofferenze nell’operazione di cartolarizzazione da 500 milioni annunciata da Iccrea Banca, l’istituto regionale delle Bcc. «Il trend positivo si sta consolidando — conclude Grazioli — per quanto ci riguarda continueremo sulla strada di risparmi e maggiori efficienze che ci dà la forza per presentarci in autonomia all’aggregazione delle Bcc prevista quest’anno».