ORA IL FILM RICOMINCI
Finisce qui, ma non finisce qui. Finisce tutto, ma non finisce niente. Finisce la Coppa, ma non finisce l’Atalanta. Quest’anima nerazzurra di Bergamo è sopravvissuta, crescendo sempre più forte, alla serie C e agli scandali innominabili delle scommesse, figuriamoci se non supererà questa musata europea. Ma per quest’anno, per chissà quanto, sperando non siano altri trent’anni, siamo fuori. Serata così. Con possibilità concretissime fino a dieci minuti dalla fine. Con tanto coraggio, tanta corsa, tanta personalità. Purtroppo, con tanta ingiustizia. L’Atalanta ha la sola colpa di divorarsi più volte il raddoppio, il Borussia ha il merito di sfruttare una delle pochissime occasioni, ancora una volta gentilmente offerta dalla ditta. Nel complesso, nella somma di andata e ritorno, toccherebbe a noi andare avanti. Invece. La sensazione netta è che vinca una scelta carogna del destino. Senza la spinta del destino, si resta senza niente. Alla lunga sorrideremo anche su questa, come sorridiamo sulle insonnie della Maturità e sulla disperazione del primo amore fracassato. Ma nell’immediato dovremo riabituarci a fare senza. L’illusione era proprio forte, una vera sbornia collettiva. Eppure tutti i film, anche i più emozionanti e i più commoventi, che non vorresti finissero mai, prima o poi fanno scorrere nella malinconia generale la fatidica formula: The End.È un vuoto triste, che riporta brutalmente alla realtà. Attimi di smarrimento. Ma sono attimi. Nel grande multisala che è la vita, per ogni film che si chiude, ce n’è uno che comincia.