Corriere della Sera (Bergamo)

«Super Sofia, che forza gli sci club...»

L’ingegner Noris (Ubi Goggi): ma la Fisi dimentica i nostri giovani, ambiente da riformare

- Donatella Tiraboschi

«La Fisi è vecchia». Detta da uno come lui, che compirà 91 anni tra un mese, è una frase che rivela molto. Sia di come sta la Federazion­e Italiana Sport Invernali (per inciso è stata fondata nel 1908 e, se non altro anagrafica­mente, 110 anni ci sono tutti), sia di quale tempra è fatto l’ingegner Gherardo Noris, universalm­ente noto nel Circo Bianco bergamasco col soprannome di «Picetto». Per lui, che dice di sentirsi come «se avessi 20 anni», lo sci e il suo sci club fondato nel 1953, è stata una ragione di vita che solo un aggettivo riesce a condensare: monumental­e. Lo è lui e la passione che in queste notti lo ha fatto restare alzato fino all’alba. «Mi scusi, ma come avrei fatto a dormire con le gare olimpiche in corso?», chiede. Morale: dopo la discesa d’oro di Sofia si è addormenta­to alle 8 di mattina. arrivato in ufficio (perché la profession­e è pure quella una missione) alle 10. «È molto tardi. Mi scuso, ma sono giornate così belle e intense. Una gioia, quella per la medaglia della Goggia, che condividia­mo con tutti gli altri sci club».

Noris, che presiede il suo sci club l’Ubi Goggi dai saecula saeculorum e che, in chiave personale ha una serie di distintivi e medaglie d’oro all’onor sportivo da fare invidia a un generale di brigata, è tutt’altro che «geloso» della primogenit­ura agonistica della sciatrice bergamasca. «L’abbiamo presa dal Clan2 (lo sci club di Foppolo) che aveva 6 anni e l’abbiamo tenuta fino ai 14». È stata poi la volta del Radici Group e dello sci club Rongai, prima del passaggio definitivo ai corpi militari. E in quei dodici anni, la domanda di rito, quando Sofia scendeva in pista nella gare extracircu­ito provincial­e, era sempre la stessa:«Ma questa dove l’avete trovata? I nostri allenatori l’hanno conosciuta benissimo». Gli aneddoti si sprecano: «Per dire, lei non si cambiava mai sul pullmino come gli altri bambini, ma andava a scuola, la mattina, già vestita con la tuta da gara. Appena gliene abbiamo fornita una non l’ha più mollata». Paolo Migliorini, allenatore e altra colonna dell’Ubi Goggi, su Sofia ci potrebbe fare un libro. Le proverbial­i «goggiate» erano all’ordine del giorno: «Una volta, nel rientro verso Bergamo, la porta laterale di un pulmino non si chiudeva più. Così con il suo compagno Giupponi ha fatto a gara a chi riusciva a tenerla chiusa per più tempo, su un tragitto lungo 60 km e sempre con Robbie Williams sparato a palla», ricorda Migliorini. «Questo è il nostro mondo — incalza Noris — fatto di queste cose, dove tutti i vizi e stravizi della gioventù moderna sono banditi. No alcol, no fumo, no bestemmie, no maleducazi­one. Se a 91 anni sono ancora qui è perché voglio lasciare qualcosa di buono per il futuro dei nostri figli». O ai nostri nipoti, E pure pronipoti. Anche perché nel frattempo le soddisfazi­oni non mancano.

L’elenco delle glorie dello sci nate sotto la stella dell’Ubi Goggi è autostrada­le: Gustavo Thoeni (che è pure presidente onorario e socio dal 1975 «per lui avevamo proposto la cittadinan­za onoraria»), Fausto Radici, Roberto Grigis, Lara Magoni, Bibi Perez, le due sorelle Merlin, Alessandra e Barbara e, ovviamente la neo campioness­a olimpica Sofia Goggia. «Che — ricorda ancora Noris — fece qualcosa di molto simile alle Olimpiadi in occasione di un Pinocchio sugli Sci. Tutti i pronostici davano come favorita una certa Briatore, ma lei scese e le diede una paga tremenda. Lo sci è uno sport terribile, con un’operativit­à limitata e dei costi altissimi che spesso i genitori non riescono a sostenere. E così succede che sia la stessa famiglia a dissuadere il ragazzo dal continuare la carriera agonistica. Spesso manca umanità, attenzione verso questi giovani». Un esempio? «I senior, ragazzi di 25 anni che sono nel pieno della maturità, come i nostri Colombi, Testa, Rota e Gualazzi sono dimenticat­i dall’ambito federale. Più in generale — conclude Noris — è un ambiente che va riformato, tenendo ben chiaro un concetto: che la vera forza dello sci italiano, quello che traina tutto e che mette al collo le medaglie, sono gli sci club agonistici».

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libera) passa a 6 anni all’Ubi Goggi, dove sta fino ai 14 anni. Seguono il Radici Group e lo sci club Rongai, prima del passaggio...
Gli inizi a Foppolo Dal Clan2, lo sci club di Foppolo, la piccola Sofia Goggia (qui mostra l’oro olimpico nella libera) passa a 6 anni all’Ubi Goggi, dove sta fino ai 14 anni. Seguono il Radici Group e lo sci club Rongai, prima del passaggio...

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