Corriere della Sera (Bergamo)

La calabrosa Quelle misteriose pennellate di neve e vento

- Davide Sapienza

Nei giorni di nebbie fredde, il versante nord del monte Tisa (1321m) è un dono raro: dopo la neve le gocce d’acqua, con temperatur­e sottozero, lavorate dal vento hanno steso uno strato solido di petali di neve, pennellate che dipingono micro villaggi bianchi sugli alberi: è la calabrosa e va colta nell’attimo tra inverno e futuro. Da Colzate, a Piani di Rezzo (732m), si incrocia il segnavia 518 («Sentiero Honio») che risale il fondo valle: splendida testimonia­nza della antica rete viaria locale. Superata casa Ünì (900m), sulla sinistra una traccia invita a Oretel, sul sentiero che conduce a Palazzina, imbiancand­osi, e al Roccolo Messina (1200m). Entriamo sulla strada, ma subito seguiamo indicazion­i per il Tisa nel meraviglio­so bosco imbiancato a nord: come il vento annuncia il tratto finale verso il colle la calabrosa orla la grande visione a sud sulle case del monte Cavlera. Salita la cima, si scende a goccia verso il rifugio Alpini per ritrovare il sentiero 518 e tornare verso la primavera.

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antica rete viaria nel territorio del «Concilium» ha creato tracciati ancora oggi percorribi­li a piedi

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