La calabrosa Quelle misteriose pennellate di neve e vento
Nei giorni di nebbie fredde, il versante nord del monte Tisa (1321m) è un dono raro: dopo la neve le gocce d’acqua, con temperature sottozero, lavorate dal vento hanno steso uno strato solido di petali di neve, pennellate che dipingono micro villaggi bianchi sugli alberi: è la calabrosa e va colta nell’attimo tra inverno e futuro. Da Colzate, a Piani di Rezzo (732m), si incrocia il segnavia 518 («Sentiero Honio») che risale il fondo valle: splendida testimonianza della antica rete viaria locale. Superata casa Ünì (900m), sulla sinistra una traccia invita a Oretel, sul sentiero che conduce a Palazzina, imbiancandosi, e al Roccolo Messina (1200m). Entriamo sulla strada, ma subito seguiamo indicazioni per il Tisa nel meraviglioso bosco imbiancato a nord: come il vento annuncia il tratto finale verso il colle la calabrosa orla la grande visione a sud sulle case del monte Cavlera. Salita la cima, si scende a goccia verso il rifugio Alpini per ritrovare il sentiero 518 e tornare verso la primavera.