Baldini: «La nobiltà? È meglio far ridere»
La «single» di Colorado in scena a Treviglio con «Roberta Ippolita Lucia»
Sul palco si presenterà con tutte le sue personalità in Io,
Roberta Ippolita Lucia, suoi veri nomi. Stasera, al Tnt, per la rassegna «Ridi Treviglio», organizzata da Bananas, proprietaria del marchio Zelig, il divertimento sarà garantito da Ippolita Baldini (alle 21, ingresso 15 euro).
«Sarà una narrazione in mia compagnia — la definisce l’attrice —. In un’ora e un quarto senza interruzioni, vi racconterò le mie origini aristocratiche, di come sia fuggita dalle regole ferree che mi imponevano una laurea, la ricerca di un impiego in un ufficio in centro a Milano e poi il matrimonio con l’uomo giusto dopodiché avrei dovuto lasciare il posto fisso per dedicarmi a marito e figli, moltissime donne sono votate a questo tipo di vita, ma non era per me». L’artista ha scelto di inseguire il suo sogno, abbracciando una vita bohémienne e allarmando i suoi familiari. Non sono mancati i «drammi» in casa, le ferite che è riuscita a trasformare in feritoie di luce, aprendosi al pubblico. «Ricordo che soffrivo moltissimo perché mia mamma diceva che avrei distrutto il marchesato, che versava già in gravi difficoltà economiche — racconta —. Ma mentre mi parlava, preoccupata, era sdraiata sul bordo piscina, sorseggiando champagne nella villa in campagna in Franciacorta. Svelo le mie fragilità, il mio passato, Anna Marchesini mi ha insegnato che il comico deve essere sei volte più generoso».
Diplomata all’accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico, la Baldini è stata Dodi nel film di Luca Miniero, Benvenuti al Nord, mentre per Pedro Almodóvar ha realizzato un corto su Mina. Nel 2012 ha aperto in Italia un’attività di teatro nei salotti e circoli privati, nata per gioco.
«Accadeva che quando mi recavo a cena da amici, al posto del vino portavo un monologo divertente di Franca Valeri o Franca Rame, accorgendomi che cambiava il tono della serata, tanto che ho deciso di farne un mestiere e viverci», sorride. Ippolita è poi emigrata in America, dove ha esportato il progetto Theatre in your kitchen, from Italy to
New York. A Colorado si è affermata con il personaggio di Lucia Agazzi, single come lei, alla ricerca dell’amore, magari tra chi è seduto in platea. «Non chiederò a chi è alto più di un metro e 82 di alzare la mano», tranquillizza. Ma il suo principe azzurro deve farla ridere? «No — dice —, ci sono già io, in due sarebbe caotico, cerco l’uomo perfetto, dai valori sani, che sa stare in piedi e camminare dritto, senza piegarsi davanti a nessuno, come facciamo noi donne».