Tari lievita del 6% Pd all’attacco: poca differenziata
Rossoni (Pd) all’attacco: poca differenziata. Il sindaco: dato falsato
La tassa rifiuti sale subito del 6% a Treviglio. Sul rincaro incidono le spese del Comune per mantenere pulito il centro storico e presto anche i parchi. E il sindaco Juri Imeri respinge le accuse del Pd sulla raccolta differenziata troppo bassa.
Nell’attesa di aumentare addizionale Irpef e Imu nel 2019, Treviglio ritocca all’insù da subito la Tari, la tassa sui rifiuti. Da aprile le famiglie pagheranno il 6,6% in più, mentre per le utenze non domestiche ci sarà un rincaro superiore al 4 per cento. La notizia degli aumenti ha decisamente animato il consiglio comunale di ieri.
Se nel 2017 raccolta e smaltimento erano costate 4.242.000 euro, nel 2018 si arriva a quota 4.480.000 euro, una crescita del 5% dovuta per 89 mila euro all’operazione di decoro urbano lanciata dal sindaco Juri Imeri. Mantenere il centro storico come uno specchio costa. «Dopo la sperimentazione dell’anno scorso — chiarisce Imeri — andremo a regime, poi daremo più attenzione ai parchi pubblici spendendo altri 42 mila euro. L’aumento dei costi è dovuto in parte all’adeguamento Istat che è tornato positivo».
Dal piano finanziario, sempre sulla Tari, emergono poi 96 mila euro per il recupero dell’evasione, ma il comune deve comunque destinare 246 mila euro al fondo per crediti inesigibili. Tra le categorie che subiranno i rincari maggiori ci sono gli ambulanti, con il 6%, ma il record spetta all’ospedale, con un + 6,32%. A chiedere ragione degli aumenti il capogruppo del Pd Laura Rossoni, che ha voluto informazioni sulla raccolta differenziata: «Risulta che Treviglio è al 57,85% mentre l’obiettivo di legge è al 65% e la media provinciale al 72%. Colpisce che l’aumento di 240 mila euro dei costi corrisponda al valore delle morosità inesigibili». «I morosi sono sempre quelli — ribatte Imeri —. Ci siamo attivati con un’azione puntuale di recupero. I nostri uffici dicono che la raccolta effettiva è 65%, tendente al 70%, perché non possiamo contare nei calcoli i rifiuti che le aziende come Same e Ipercoop hanno deciso di smaltire con società diverse dalla nostra Geco, più convenienti». Il sindaco ha però chiarito che Treviglio ha una
L’altro fronte Sì agli oneri e alle alienazioni per le spese correnti, ma soprattutto le alienazioni devono essere gestite con prudenza, perché finanziano spese certe, ma con entrate che non lo sono I revisori dei conti
produzione pro capite di 180 chili di rifiuti contro i 134 chili della Bassa, una dato spiegabile con le tante persone che risiedono altrove ma lavorano e studiano a Treviglio. «Abbiamo una popolazione di 30mila abitanti, ma ne serviamo una di 45mila». All’attacco il capogruppo della Lega Franco Giussani: «Ci tacciavano di affamare i bambini quando dicevamo che non si doveva far utilizzare il servizio ai morosi, ma sono sempre gli stessi della mensa. Varrebbe la pena usare lo stesso metodo: non paghi, non ritiriamo i rifiuti e se rimangono sul posto il vigile ti multa». Anche Emanuele Calvi, consigliere del M5S, ha chiesto maggiore attenzione alla raccolta differenziata, spingendo anche sugli impianti compostaggio.
In consiglio è stato poi presentato il bilancio. L’inserimento nelle spese correnti di 500 mila euro di oneri di urbanizzazione e 200 mila euro provenienti dalle alienazioni, costa alla Giunta una bacchettata da parte dei revisori dei conti. «Soprattutto le alienazioni — si legge nella loro relazione – devono essere gestite con estrema prudenza perché finanziano spese certe, con entrate invece che non lo sono».