Quegli esposti senza risultato «Patenti, bocciature assurde e nessuno ci ha protetto»
È giorno di esame di teoria al palazzone grigio affacciato sui binari. Dalla porta della Motorizzazione escono diciottenni con aria soddisfatta o mogia, a seconda se hanno azzeccato o meno le domande sul funzionamento dello spinterogeno o sul cartello sugli autobus di montagna con tromba bitonale. I titolari delle scuole guida li accompagnano alle auto come delle chiocce, e per una volta non hanno incertezze sulla correttezza dell’esame: «Con la teoria non ci sono discussioni — dice uno di loro —: è tutto scritto, le risposte sono giuste o sbagliate, e basta». Perché invece sugli esami di guida sono in molti a raccontare storie su ciò che è successo per anni, storie simili a quelle che hanno portato in carcere il funzionario Richard Paul Vitti con l’accusa di concussione, per avere preteso denaro e altri beni in cambio delle promozioni.
L’arrabbiatura Visti comportamenti poco chiari, il titolare di una scuola guida ritirava i suoi clienti
«Io l’esposto contro di lui l’ho presentato nel 2014, l’ho mandato al dirigente della Motorizzazione e anche alla nostra associazione di categoria — racconta la titolare di una scuola guida della Val Seriana dopo aver spedito alla sua auto i giovani clienti —. Ma quando poi sono andata a parlarne con il dirigente della Motorizzazione, quello ha detto che non poteva farci niente». Nel suo caso era stata una bocciatura come minimo poco motivata: «L’esaminatore ha aperto la portiera poco prima che il mio cliente mettesse in moto, poi, appena partita la macchina, l’ha subito bocciato dicendo che non si era accorto della spia della portiera aperta, che però non si era ancora accesa».
Qualche effetto l’esposto l’aveva avuto: «Per un anno non ci hanno mandato Vitti, e poi quando l’abbiamo avuto di nuovo non ci sono più stati problemi. Ma ogni volta che scendevamo per gli esami a mio marito venivano gli attacchi di panico».
Esce con i fascicoli sotto il braccio il titolare di una scuola guida di Seriate. Anche lui ha firmato un esposto, nel febbraio 2017: «Prima di inicandidati.
ziare — racconta — l’esaminatore faceva al nostro cliente tantissime domande, anche fuori programma, come se avesse voluto coglierlo in fallo. Ma soprattutto non decideva subito se la persona era promossa o bocciata: aspettava che tutti i candidati terminassero la prova, come se io avessi dovuto dire qualcosa. Poi decideva, e spesso bocciava. Una prassi molto irregolare, e che utilizzava con molti
Con altri colleghi stavamo per fare una petizione, ma poi abbiamo temuto di poter essere accusati di calunnia. Così mi sono limitato all’esposto». Ma non ha avuto esito: «Il dirigente ha fatto la faccia sorpresa, ha allargato le braccia. Io gli chiedevo protezione, e non l’ho avuta. In questa vicenda c’è molta gente che ha responsabilità morali».
C’era anche chi per proteggersi prendeva misure drastiche, come il titolare di due agenzie a Brembate e Capriate: «Sono nel settore dal 1961 e fino a pochi anni fa non avevo avuto problemi. Quando ho visto cosa faceva l’esaminatore, bocciando senza ragione, mi sono arrabbiato e gli ho detto: “Ma cosa fai? Smettila di fare il bambino”. E mi sono portato via i miei clienti. L’ho fatto altre volte se sapevo che mi capitava lui».
Non tutti i titolari delle scuole guida hanno avuto problemi: alcuni si limitano ad accennare a qualche disaccordo, «ma è normale quando ti bocciano qualcuno».
Altre volte è un po’ meno normale, come racconta uno di loro che esce dagli uffici sgridando due ragazzi, che non hanno passato la teoria per errori ingenui: «Ho avuto una persona bocciata perché non aveva rallentato per far passare un pedone sulle strisce, quando il pedone era ancora a dieci metri dall’attraversamento. Tutte cose così. Non ha mai chiesto soldi, ma con certe bocciature è come se si volesse che sia tu a capire e fare la prima mossa. Nell’ambiente certe voci giravano. Io ho un’agenzia sola, ma certi colleghi ne hanno tre o quattro e con tante bocciature a volta avevano grossi problemi. Non so se abbiano pagato, ma a un certo punto le cose per loro sono migliorate».
I ragazzi bocciati risalgono sull’auto con la targa Scuola guida. L’istruttore guarda la sede della Motorizzazione: «Ogni tanto qui si scoprono delle magagne come queste. Il problema da porsi è se si riuscirà mai a fare veramente pulizia. Io ho i miei dubbi».