Lediberg ai Carrara Manca solo la firma per il polo delle agende
ll dettaglio non è di poco conto, dal momento che si tratta della firma finale sull’accordo. «Quella non c’è ancora», anticipa Marzio Carrara, ma si intende dal tono dell’imprenditore che si tratta di un ultimo tassello che sta per essere messo al suo posto. Cafin, la finanziaria della famiglia Carrara, si prende Lediberg. La storica azienda leader nel settore della stampa di agende e taccuini, fondata nel 1965 da Lindo e Maria Castelli, sta per imboccare una strada nuova. E molto (più) bergamasca, dal momento che l’operazione con cui Cafin rileverà dal fondo libanese Iris Capital (che era stato affiancato, a suo tempo, da un pool di investitori bergamaschi) vede in pista appunto Marzio Carrara, già ad di Cpz Group di Costa di Mezzate e di Johnson, con cui Lediberg si fonderà, facendo di Bergamo un polo mondiale delle agende. La maggioranza della nuova compagine azionaria sarà appannaggio di Carrara. Nel riassetto, ma solo come detentore del debito (attualmente una cifra che sfiora i 100 milioni), figura il fondo distressed Pillarstone, una piattaforma di gestione di crediti problematici che si muove con l’obiettivo di rilanciare le aziende di cui è entrata a far parte. Un impegno di rilancio non da poco, stante il fatto che per i i 600 lavoratori della Lediberg è scattato da due settimane il contratto di solidarietà che riguarda anche la controllata Castelli Bolis Poligrafiche spa con il brand Nazareno Gabrielli. Dalla sua Lediberg, che ha chiuso il 2014 con ricavi per 145 milioni, ha il fatto di rappresentare nel panorama internazionale una delle pochissime realtà industriali che produce agende (tra l’altro anche con un polo produttivo in Brasile). Un mercato che la moderna tecnologia non ha soppiantato del tutto.