Corriere della Sera (Bergamo)

«Rigore inesistent­e Ora tredici finali in campionato»

L’amarezza di Gasperini negli spogliatoi Masiello: la Var c’è, perché non utilizzarl­a?

- Donatella Tiraboschi

La premessa di Gasperini è netta: «La Juve è forte, però…». Già però. «Se mi chiedete se quello era rigore dico di no, tutta la vita. Per me non esiste». La Coppa che si allontana, la finale sfumata si condensano in una serie di piccoli e pungenti rammarichi da parte dell’allenatore dell’Atalanta: «Non mi va di commentare i singoli episodi, ma anche quel fallo su Caldara… Noi giochiamo sempre al limite e in partite come queste deve filare tutto liscio. Qualche sbaglio ci capita di farlo, ma chiaro poi che se si innestano queste cose, tutto si complica». E sfuma per sempre. Sugli episodi che cambiano il corso della storia e della Coppa, ci sta anche il palo preso da Papu e l’immagine di Gasp che rivela: «Mi sono inginocchi­ato, quasi per soffiare su quel pallone,per farlo rimbalzare di più, era centrale ma poi alla fine si è girato. Che cosa si può rimprovera­re a Gomez? Assolutame­nte niente. Se la Juve è grande lo è anche lui». Un gol spaccatutt­o sarebbe stato, tanto più che nel primo tempo per stessa ammissione di Allegri, gli ju-

ventini avevano faticato non poco. «Abbiamo avuto qualche difficoltà a inizio gara, anche per merito dell’Atalanta, che ha giocato veramente bene. Poi, ci siamo ripresi nel finale della prima frazione. Nella ripresa Douglas Costa si è messo sotto la prima punta e ha spaccato la partita. Dybala è entrato bene in campo, con la testa giusta: sarà importanti­ssimo per il finale di stagione».

Già, la stagione, il campionato e quello che resta di que- ste grandi avventure, Gasp ci ritorna su con un’analisi lucidissim­a. «Non eravamo noi a dover buttar giù la Juve. Siamo arrivati a pochi centimetri dal traguardo finale, ma tutto questo ci deve rendere orgogliosi, anche perché siamo cresciuti. E tanto. Quindi i ragazzi non devono essere delusi». E adesso, si butti il cuore oltre l’ostacolo: «Dobbiamo guardare al campionato, ci aspettano ancora 13 partite, che sono come 13 finali, già domenica quella contro la Sampdoria che è avanti a noi di sei punti. Dobbiamo cercare di recuperare entusiasmo ed energia, perché abbiamo giocato tantissimo». Da questo scorcio di esperienza, esaltante, la società deve trarre nuova linfa. Gasp ne è certo: «Quello che la squadra ha fatto è un bel successo per tutta Bergamo. Abbiamo giocato alla pari con Juve e Borussia, con una stagione che si è innestata sulla scia di quella dell’anno passato. Va considerat­a come una stagione di crescita per tutto l’ambiente, un’esperienza che ha aperto una via di competitiv­ità da percorrere, senza aspettare decine di anni prima di tornarci. Lecchiamoc­i le ferite e ripartiamo, la società è solida e seria». Arrabbiato Masiello: «L’errore dell’arbitro ci può stare, ma mi chiedo: se c’è la Var perché non chiamarla?».

Abbiamo giocato alla pari con Borussia e Juventus. È una stagione di crescita per tutto l’ambiente, che ha segnato una via di competitiv­ità da percorrere, senza aspettare decine di anni prima di tornarci Gian Piero Gasperini

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In area Mancini discute con Fabbri per il penalty

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