Dalla Cpz con settanta impiegati alla holding con duemila
Di lui si sa poco. Non perché nell’ambiente non sia conosciuto, ma perché ama tenere un profilo basso. Un understatement industriale e caratteriale dove una parola è poco e due sono troppe. E dove si fa perfino fatica a recuperare una fotografia. Zero social, una passione dichiarata per le auto testimoniata da diverse partecipazioni alla Mille Miglia alla guida di una rarissima Alfa Romeo Spider 750G del 1956. Quarantadue anni, una vita passata accanto al padre Carlo nell’azienda di famiglia, la Cpz di Costa di Mezzate, a respirare inchiostri e a carpirne il segreto (che poi è uno solo, lavoro e ancora lavoro) Marzio (Emiliano, secondo nome) Carrara troneggia nel riassetto e nell’acquisizione delle storiche realtà della stampa e della grafica bergamasche.
Un’ascesa personale pazzesca, la sua, con un risiko di acquisizioni che lo vedono, insieme ad altri soci (minoritari) come minimo comun denominatore di quella che sta configurando Bergamo, come la capitale del settore grafico e della stampa su carta, dati come arrancanti. E che invece risorgono, alimentati da una linfa di acquisizioni in serie, di cui si fatica perfino a tenere il conto.
Uno via l’altro, in meno di un anno. Prima con la Johnson Carrara ha fatto una joint per la commercializzazione delle agende, per comprarsela tutta quanta. Poi è stata la volta di Arti Group presa dalla Cafin, la sua finanziaria, dai tedeschi di Bavaria, e finita nella Agh, altra finanziaria partecipata dallo stesso Carrara, insieme alle due controllate Niaag ed Eurogravure. Adesso è toccato a Lediberg prossima a fondersi con Johnson, mentre la Castelli (controllata da Lediberg) si accorperà con Cpz diventando leader nella prestampa.
Una sequenza impressionante, una tripla capriola per chi è passato da una realtà di 70 dipendenti ad una galassia articolata che ne conta quasi duemila.