MAZZETTE E PATENTI
Dalle carte dell’inchiesta sulla Motorizzazione emerge un quadro corruttivo diffuso e di infimo livello. Buste della spesa a funzionari, bresaole in regalo, il pieno di benzina gratis all’ingordo esaminatore, che riesce persino a lamentarsi della macchina non pulita e luccicante come si aspettava, visto che pure l’autolavaggio era nell’elenco non scritto dei
benefit della vergogna. Stupisce che questo morbo di gabelle occulte e favori incrociati abbia potuto allargarsi in modo tanto pervasivo nello stesso ufficio, senza che i livelli superiori si accorgessero di quel che stava accadendo a Bergamo. E sì che i campanelli d’allarme non erano mancati: le prime segnalazioni su presunti favori risalgono addirittura al 2013. E questa è la terza inchiesta in un anno che ha portato a provvedimenti cautelari in via King: nel marzo 2017 tre funzionari finiscono sotto indagine a vario titolo per mazzette, documenti falsificati e pratiche sottobanco. Nel dicembre scorso l’allora dirigente viene accusato di aver concesso revisioni a centinaia di mezzi con controlli sommari. Ora questo spaccato da Italietta, col raccomandato che passa facile e i tartassati che devono ripetere l’esame senza capire il perché. Più che le vessazioni contro le scuole guida che non si piegavano ai ricatti, senza nulla togliere alla gravità del fatto, preoccupano i neopatentati che in pochi minuti sono stati promossi. O i vecchi camion che girano dopo test all’acqua di rose. C’è solo da sperare che a questi furbetti del pizzo non resti pure qualcuno sulla coscienza.