Corriere della Sera (Bergamo)

Azzardo, in città cala ma in provincia cresce

I dati dei Monopoli di Stato diffusi da Palafrizzo­ni Per le scommesse, 161 euro a testa a Bergamo

- di Silvia Seminati

Secondo

il Comune di Bergamo l’ordinanza contro il gioco d’azzardo funziona: nel 2017 il consumo di gioco in città si è assestato a -3,7% rispetto all’anno prima. In provincia succede l’opposto: si gioca il 3,6% in più rispetto al 2016.

I Gratta & Vinci Dopo la sentenza del Tar che ha dato ragione ai tabaccai, è cresciuto l’uso: +1,7%

In città si gioca d’azzardo meno rispetto agli scorsi: il consumo di gioco nel 2017 si è assestato a -3,7% rispetto all’anno prima. Così dicono i dati dei Monopoli di Stato diffusi dal Comune di Bergamo, che nell’estate del 2016 aveva approvato un’ordinanza per imporre lo stop a diversi giochi in tre diverse fasce orarie (dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21), il divieto di pubblicità delle sale slot e delle vincite e campagne di sensibiliz­zazione della cittadinan­za ad hoc.

E se in città il dato sul gioco ha il segno meno, in provincia succede l’opposto: si gioca di più, il 3,6% in più rispetto al 2016 (al netto del dato cittadino). Segno più anche a livello regionale: in Lombardia nel 2017 si è giocato il 3,4% in più rispetto all’anno precedente. Secondo il Comune di Bergamo, la contrazion­e sul consumo di gioco nell’area urbana è dovuta all’ordinanza anzi gioco d’azzardo. In città nel 2017 sono stati spesi 306 milioni di euro per il gioco, l’anno prima, 317 milioni. Ora, secondo il sindaco Giorgio Gori, «è fondamenta­le attivare le misure del cosiddetto “riordino Baretta”, che prevede il dimezzamen­to dei punti gioco sul territorio nazionale. In attesa della sua attivazion­e, l’auspicio è che tutti i Comuni lombardi, a cominciare da quelli che confinano con Bergamo, si dotino delle misure del nostro regolament­o».

In provincia di Bergamo sono stati giocati quasi 2 miliardi di euro (1,991 miliardi nel 2017), i n L omb a r d i a 18.111.818.756 euro, e in Italia più di 100 miliardi (101.848.104.316 euro). Se si consideran­o solo le slot machine più comuni ( Vlt), la contrazion­e in città è stata del 7,7%, con una spesa per il gioco di 12 milioni di euro in meno rispetto al 2016. Per le slot che si trovano nei bar e nelle tabaccheri­e, il consumo di gioco in città è sceso del 14,2% rispetto al 2016, con 9 milioni di euro non più giocati.

Il volume d’affari delle slot machine è invece cresciuto sia nel resto della provincia di Bergamo (+1,8% rispetto al 2016 con 647 milioni di euro spesi) sia in Lombardia (+2,7% rispetto al 2016, con una spesa superiore ai 5,2 miliardi di euro). Scende invece sia in provincia che in regione il gioco alle slot, quelle che si trovano nei bar e nelle tabaccheri­e, anche se il calo è più contenuto rispetto a quello registrato in città (-5% con 5 miliardi di euro spesi in Lombardia e 571 milioni in provincia).

C’è però un dato che rammarica Gori: «Si tratta di quello relativo ai Gratta e Vinci, comparto nel quale nel 2016 si era registrato un positivo -7,8% per effetto del regolament­o comunale. La sentenza del Tar che ha premiato il ricorso dei tabaccai purtroppo fa registrare nel 2017 +1,7%: è per me segno che eravamo sulla strada giusta e che dobbiamo trovare il modo di riprendere».

A Bergamo si spendono 161 euro a testa per le scommesse, in provincia 119 e in Lombardia 157. In tutta la regione scende anche la spesa per il Lotto, il Superenalo­tto e l’Eurojackpo­t (153,7 milioni di euro spesi l’anno scorso, -14,2% rispetto al 2016, a Bergamo il calo è del 17,7%), ma questo dato cambia ogni anno a seconda dei jackpot. Cresce invece la passione per i giochi di abilità, come il poker e le carte (+16% anche se rappresent­ano il 10% dell’intero giocato).

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Giro d’affari Nella Bergamasca sono stati giocati nel 2017 quasi 2 miliardi

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