Corriere della Sera (Bergamo)

Botte e minacce ai suoi compagni Bullo arrestato

Mesi di persecuzio­ni ai compagni di scuola, ora è in comunità

- F.P.

Per mesi ha perseguita­to i compagni di scuola, li ha picchiati, minacciati e derubati. Per questo un sedicenne abitante nell’Alto Sebino era stato denunciato. Ma il suo comportame­nto è peggiorato. Per questo ieri è stato arrestato.

Il precedente Il 15 febbraio il bullo era stato denunciato al Tribunale dei minori per «atti persecutor­i»

La denuncia non l’aveva calmato, anzi. Dava a tutti degli «infami», aveva cominciato a prendersel­a anche con gli insegnanti e minacciava di scatenare una presunta gang ai suoi ordini. E a questo punto la pazienza nei confronti del bullo che da mesi imperversa­va all’Alberghier­o Olivelli-Putelli di Darfo è terminata. Ieri il ragazzo è stato arrestato e condotto in una comunità protetta.

Di lui si sa che ha 16 anni, vive in un paese dell’Alto Sebino con i genitori, una coppia marocchina senza particolar­i problemi. È uno dei mille iscritti del grande complesso scolastico, il cui ingresso è sorvegliat­o dai volontari dell’Associazio­ne carabinier­i dopo un caso di spaccio. Le sue vittime preferite invece sono sette, alcuni della Bassa Val Camonica, altri abitanti a Lovere, Costa Volpino e Rogno. Sono soprattutt­o ragazze o studenti più gracili, uno di loro ha qualche problema psichico. Il bullo, molto grande per la sua età, ha iniziato a perseguita­rli all’inizio dell’anno scolastico e non ha più smesso. Li prendeva in giro, li insultava, irrideva il loro aspetto e il modo di vestire, a volte li picchiava o li prendeva a spintoni per farsi consegnare la merenda o oggetti vari. La persecuzio­ne proseguiva poi anche via WhatsApp e sui social network. Anche in classe il bullo era più interessat­o a disturbare e a rispondere male agli insegnanti che a seguire le lezioni.

Per molto tempo le vittime non hanno parlato con nessuno di ciò che accadeva. Ma alla fine le famiglie hanno notato la loro paura ad andare a scuola o anche la ritrosia a indossare certi vestiti perché sapevano che avrebbero attirato le prese in giro. «Le continue vessazioni, anche di particolar­e gravità, avevano costretto le vittime a modificare le proprie abitudini di vita», riassumono i carabinier­i di Darfo. Perché alla fine, quando i ragazzi hanno raccontato tutto, le famiglie si erano rivolte alla direzione scolastica e quindi ai militari. Le vittime avevano raccontato storie identiche. A metà febbraio il bullo era stato quindi denunciato dai carabinier­i per «atti persecutor­i nei confronti di minorenni e di soggetti con disabilità» alla procura presso il Tribunale per i minorenni di Brescia.

Ma la denuncia non aveva migliorato le cose, anzi. Il bullo si era infuriato, trattava tutti da «infami», aveva cominciato senza problemi a frugare negli zaini e nei giubbotti dei compagni. E anche a pretendere che tutti obbedisser­o ai suoi ordini. In caso contrario, minacciava: «Guardate che faccio intervenir­e una banda di amici miei».

Nella lista dei nemici aveva inserito anche gli insegnanti, a loro volta considerat­i colpevoli di averlo denunciato. Anche con loro c’erano comportame­nti violenti, minacce e scenate che facevano interrompe­re le lezioni, tanto che alcuni dei docenti avevano avvisato il preside di avere paura ad entrare in classe e in alcuni casi il dirigente aveva dovuto insistere. Sostenendo che «l’obiettivo della scuola è reintegrar­e il ragazzo offrendogl­i una nuova opportunit­à formativa».

Ma alla lunga non c’è stato niente da fare. E ieri mattina i carabinier­i hanno arrestato il violento e lo hanno trasferito in una comunità bergamasca.

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Il complesso L’Istituto tecnico Olivelli-Putelli di Darfo Boario Terme, di cui fa parte anche l’Alberghier­o al quale sono iscritti il bullo e le sue giovani vittime

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