L’affresco ritrova i colori grazie ai caravaggini
Caravaggio, a fine mese il restauro dei dipinti. I contributi generosi delle aziende
L’affresco del 1531 di Fermo Stella, nella chiesa di San Bernardino, ritroverà i suoi splendidi colori grazie ai caravaggini. Il restauro inizierà a fine mese e i 107 mila euro necessari per l’intervento provengono dalle aziende della città.
L’utilizzo Per la fruizione della chiesa bisogna rifare il riscaldamento e l’illuminazione
È gara di solidarietà tra i caravaggini per il restauro della chiesa di San Bernardino, il tempio del XV secolo che è un vero e proprio scrigno di opere d’arte. Dopo l’intervento d’urgenza eseguito dal Comune nel 2016 quando venne rifatto il tetto e messo in sicurezza il soffitto ligneo a cassettoni che rischiava di crollare, ora è la volta della facciata. Da mesi è stato posato un ponteggio, mentre il meteo e l’attesa dei permessi dalla Soprintendenza hanno ritardato la pulizia e il recupero delle cornici in mattoni. L’intervento da 30 mila euro è stato in parte finanziato dalla Fondazione Comunità Bergamasca.
A fine mese partirà l’intervento più atteso, quello del restauro dell’affresco del 1531 realizzato del Fermo Stella sulla parete di tramezzo che fa da fondale alla chiesa. In oltre 80 metri quadrati il pittore ha raffigurato alcune scene della vita di Gesù con al centro una grande crocefissione. Affreschi che le infiltrazioni d’acqua piovana avevano danneggiato e ora ritroveranno il loro splendore.
Il merito sarà in primis dei caravaggini. Il progetto di recupero da 107 mila euro prevede anche la sistemazione della parete sud (non affrescata) ed è stato interamente coperto dai fondi provenienti da aziende della città: Finzeta, Pro form e Mareca, che hanno aderito all’Art bonus.
«Le donazioni hanno superato il valore del progetto — spiega l’assessore Federica Banfi —. In relativamente poco tempo i caravaggini hanno risposto in maniera più che generosa. Sarebbe bello, proprio per rinsaldare il legame d’affetto con la città. che questa generosità continuasse anche per i prossimi passi del recupero». Le donazioni intanto permetteranno di avviare gli interventi per rendere confortevole la chiesa: «A fine marzo inizieranno i restauri degli affreschi, per i quali serviranno sei mesi. Nel frattempo vogliamo far sì che San Bernardino possa essere di nuovo utilizzata e questo vuol dire rifare illuminazione e impianto di riscaldamento. Servono 40 mila euro». È infatti necessario eliminare il vecchio impianto ad aria che, mettendo in movimento le polveri, finisce per danneggiare e sporcare gli affreschi. La soluzione cui si pensa è un riscaldamento elettrico con pedane sotto le panche. «Grazie a un’altra donazione di privati, quella della famiglia Bianchi-Razzini tramite i Lions di Dalmine — aggiunge l’assessore — è stato possibile chiedere all’architetto Gianmaria Labaa di rivedere lo studio di fattibilità del restauro, ora diviso in piccoli lotti consecutivi».
Sistemati affreschi e riscaldamento, ci si rivolgerà quindi alle cappelle del lato nord. «Il primo intervento da 90 mila euro — precisa Banfi — servirà a eliminare l’umidità di risalita. Il lavoro da fare è soprattutto nella fascia di verde esterno alla chiesa e prevede la realizzazione di vespai, la sistemazione di quell’area in modo da renderla fruibile e la valorizzazione delle tracce rimaste di altre due cappelle che sono state abbattute». Una volta effettuata la messa in sicurezza dall’umidità, si potrà poi procedere al restauro degli affreschi.
A quel punto si potrà passare al recupero della parte meno conosciuta della chiesa, quella settecentesca che era riservata in passato ai clerici del convento e che sta dietro la parete di tramezzo. «È un luogo adatto a piccoli concerti — spiega l’assessore —. Bisognerà riaprire la sala del coretto che si trova al piano rialzato del tramezzo e che in passato aveva delle aperture verso l’interno, poi chiuse».