Corriere della Sera (Bergamo)

Quel sogno nato nel mare

La storia di Lireta in fuga dall’Albania interpreta­ta da Paola Roscioli

- Rosanna Scardi

Una storia di coraggio e ribellione al femminile. La stagione di «Altri percorsi» celebra la festa della donna, giovedì e venerdì, con «Lireta», al Teatro Sociale di Città Alta (alle ore 21, biglietto 19 euro, ridotto 14).

La protagonis­ta è una ragazza albanese che si scontra con il padre violento, non accetta le nozze combinate, fugge da un aguzzino che vorrebbe farla prostituir­e e, dopo i disordini nel suo paese, scappa in gommone verso l’Italia.

Il testo è tratto dal diario scritto in italiano dalla stessa Lireta Katiaj, nata a Valona nel 1977, da una famiglia numerosa e povera, finalista al Premio Pieve Santo Stefano nel 2012.

Leggendone un estratto, il regista Mario Perrotta è rimasto talmente colpito da dedicare all’immigrata dapprima un video di due minuti all’interno della rubrica del Tg3 «Paradossi italiani» sui piccoli eroi sconosciut­i, dal titolo «Lireta non cede», poi un monologo teatrale a misura di sua moglie, l’attrice Paola Roscioli.

«Nonostante le drammatich­e vicissitud­ini, la giovane è sempre stata salda, è caduta in piedi — spiega l’interprete, che per la parte ha ricevuto una nomination al Premio Ubu —. Il padre è aggressivo e alcolista, la madre sottomessa, ma Lireta alza la testa, difende la famiglia, affronta il genitore e, ogni volta che lui cerca di farle sposare qualcuno, è un rifiuto, si oppone a soprusi e imposizion­i».

Lireta si fidanza con Edward, un piccolo malavitoso, per fare un affronto al padre, considerat­o che era l’unico marito che non le proponeva e che tutti temevano.

In realtà, lui traghetta le donne albanesi per farle prostituir­e in Italia e quando lei se ne rende conto scappa grazie all’amico d’infanzia Armand. Inizia con lui una nuova relazione e resta incinta.

Quando la bambina ha tre mesi, Lireta e Armand affrontano il viaggio clandestin­o per mare, nonostante i tanti pericoli e le insidie.

«A pochi metri dal Salento, alla vista della guardia costiera, i due sono costretti dagli scafisti a buttarsi tra le onde, lui tiene la piccola in alto, lei è disperata, ma raggioungo­no la riva. Dopo due mesi sono rimpatriat­i — aggiunge l’attrice —. Ma ancora una volta la ragazza non si dà per vinta e. trascorso un anno, torna in Italia con il permesso di soggiorno, ma perde Armand che la tradisce con una siciliana. Il marito di lei, Salvatore, a sua volta si innamora di Lireta e le darà un bambino».

Oggi la coppia vive a Modica, dove lavora in una serigrafia. La figlia di Lireta ha vent’anni e studia all’università di Pisa, il figlio ne ha dodici.

«La speranza c’è, ma te la devi costruire, Lireta è emotiva e si commuove, ma è anche forte, si allontana, salva la sua dignità, i sacrifici, i gommoni sono anche ideali, servono per portarci sull’altra sponda, dove si può vivere meglio», conclude la Roscioli.

Accompagne­ranno lo spettacolo, Piergiacom­o Buso alla chitarra e Fabio Uliano Grasselli al contrabbas­so.

Venerdì, alle 18, è in programma alla Sala conferenze di Casa Suardi in piazza Vecchia l’incontro con l’interprete e Maria Grazia Panigada, direttrice artistica della rassegna «Altri percorsi».

La speranza c’è, ma te la devi costruire. Lireta scappa, dall’Albania e salva la sua dignità. I gommoni sono anche ideali servono per portarci sull’altra sponda del mare, dove si può vivere meglio Paola Roscioli

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Rabbia e sorrisi La Lireta di Paola Roscioli si dibatte tra bugie, tradimenti e violenze. É la storia di una donna che combatte per altre donne

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