Levante: «Torno alle radici»
Atmosfere acustiche, come agli esordi, per la cantautrice siciliana Due serate al Dal Verme in un’atmosfera a tu per tu con i suoi fan
«Nei club abbiamo mostrato la forza d’impatto di questo disco, tutta l’energia sprigionata dai brani in scaletta. In teatro ci sono l’attenzione, il silenzio, l’intensità: c’è la magia che solo il palco teatrale può dare». Claudia Lagona, in arte Levante, descrive così il tour nei teatri che stasera e domani la vedrà protagonista di due concerti sold out al Dal Verme. E aggiunge: «Questa volta abbiamo spogliato lo spettacolo di qualsiasi suono sintetico e siamo tornati alla fase embrionale di molti brani, ripartendo dal modo in cui li ho composti, chitarra e voce o chitarra e piano. La presenza di violino e violoncello rende il livello emozionale molto intenso».
La cantautrice siciliana sta portando in giro per l’Italia «Nel caos di stanze stupefacenti», il suo terzo disco uscito lo scorso aprile, a tre anni dal debutto con «Manuale distruzione» e dall’exploit radiofonico con l’hit «Alfonso». Era il 2014, da allora non si è più fermata, pubblicando anche il suo primo romanzo, «Se non ti vedo non esisti», partecipando al talent show «X Factor» nel ruolo di giudice e diventando sempre più attiva (e seguita) sui social. Un’esposizione che non ha mancato di attirarle le critiche di chi – spesso esagerando – ha iniziato a definirla un’influencer del web, più che una cantautrice. «La maggior parte dei commenti su di me è positiva», dice Levante, «poi c’è chi non riesce ad accettare che io sappia e possa fare tante cose diverse contemporaneamente. Non raccontiamoci storie: io canto, suono, scrivo canzoni e romanzi, sono carina, educata, faccio belle foto e non fingo di essere ciò che non sono: quanto è fastidioso per gli altri? Molti di quelli che criticano il mio percorso pagherebbero per poter fare lo stesso». A «X Factor» avrebbe potuto partecipare anche da concorrente. Era il 2010: anziché presentarsi al provino, partì per Leeds. «E rientrai in Italia dopo due mesi e un’esperienza resa disastrosa da chi mi ospitava in Inghilterra. Però in quel periodo ho scritto dieci brani in inglese; il singolo «Pezzo di me», con Max Gazzè, è nato proprio da una di quelle canzoni». Tra le sue passioni c’è la moda: «In questi live indosso lunghe sottane in seta, così mi piaccio e sono comoda», dice Levante, che di recente ha scritto un brano per Gianni Morandi e rivisitato «Ora solo io ora» con i Casino Royale, per i 20 anni di «CRX». «Quell’album ha fatto la storia ed è ancora contemporaneo», commenta la 30enne, «quando uscì, nel 1997, avevo Carmen Consoli in camera a tutto volume. E Alanis Morissette, “Pipes & Flowers” di Elisa, Janis Joplin… Tante grandi voci femminili». Giovedì, nonostante gli inevitabili stereotipi, ricorre la Festa della Donna e dopo un anno segnato dal caso Weinstein la cantautrice afferma: «Sono per un femminismo più autentico che potrebbe nascere da un lavoro che le donne devono fare innanzitutto su se stesse. Basta giudizi facili; basta rabbia nei confronti delle donne libere, che hanno saputo allontanarsi dal maschilismo. Basta con i pericolosi retaggi culturali che, se non combattuti, porteranno le prossime generazioni a credere ancora all’idea del sesso debole».