Quegli sguardi non ricambiati sul bus Oggi l’interrogatorio
La studentessa di 17 anni rimane in prognosi riservata
Verrà sentito oggi a mezzogiorno il venticinquenne arrestato per tentato omicidio. Il giovane, con ritardo cognitivo, ha accoltellato una ragazza di 17 anni, sembra, per sguardi non ricambiati mentre viaggiavano sullo stesso bus.
L’interrogatorio Oggi a mezzogiorno il venticinquenne in carcere verrà sentito dal giudice
Lui la guardava, sull’autobus, ma lei non contraccambiava l’interesse. Nella mente del venticinquenne, con un ritardo cognitivo, deve essersi ingigantita una delusione. Sarà lui, oggi a mezzogiorno in carcere, se lo vorrà, a spiegare al giudice delle indagini preliminari Marina Cavalleri perché sabato è uscito di casa con un coltello da cucina e alle 7 l’ha conficcato nella parte posteriore del collo della ragazza di 17 anni che aveva cercato di avvicinare, senza risultato. Qualcosa ha già ammesso, davanti ai carabinieri. Come l’interesse per la diciassettenne e per le trasmissioni su amori e crimini.
La studentessa si stava incamminando verso la fermata del pullman passando per piazza San Fermo e via Crosia. Lo stesso percorso di tutte le mattine per andare all’Istituto Vittorio Emanuele, a Bergamo. Ha incrociato quel ragazzo già visto perché abita in paese, lui ha preso una scusa sulle condizioni meteo per parlarle, senza però ottenere attenzione. La ragazza ha allungato il passo e poi si è sentita il dolore nella schiena. Ha urlato, attirando i residenti che sono scesi in strada. «Ho temuto di morire», ha detto ai genitori al pronto soccorso. Non ha mai perso conoscenza, non è in pericolo di vita, ma il fendente che ha colpito una vertebra e il midollo — così ha riferito la madre, sabato — induce i medici alla prudenza. «È ancora sotto osservazione, ci vorranno due o tre giorni», dice il padre al telefono con la preoccupazione nella voce. Di come tutto questo sia potuto accadere «per ora non mi va di parlare, ho la testa altrove». «Poteva andare molto peggio», è stato il suo sfogo, sabato.
Infatti il pubblico ministero Nicola Preteroti ipotizza il reato di tentato omicidio, aggravato dalla minore età della ragazza e dai futili motivi. Futili perché sarebbero proprio quegli sguardi non corrisposti. Il pm ha messo il venticinquenne in carcere ritenendo che i domiciliari non sarebbero stati sicuri per lui stesso e per gli altri: se da un lato è vero che il giovane ha manifestato interesse per quella studentessa, non si può escludere che lo avesse anche per altre ragazze, magari anche loro incontrate sull’autobus. Bisognerà vedere oggi che cosa deciderà il giudice, per via dei problemi mentali del venticinquenne, anche sulla base delle istanze dell’avvocato Enrico Pelillo e di eventuali documentazioni sanitarie che presenterà.
Va anche capito quanto il ragazzo sia consapevole di quello che ha commesso. Sabato mattina, dopo aver infilato il coltello nella schiena della diciassettenne, è tornato a casa, ad Almè. Ha fatto colazione poi ha preso un autobus ed è andato a Bergamo, dal padre. È lì che i carabinieri l’hanno rintracciato, tre ore dopo. Sapevano chi cercare. La ragazza stessa ha dato indicazioni e poi ha confermato che fosse stato lui riconoscendolo in fotografia.