Corriere della Sera (Bergamo)

Hateboer: «Punto all’orange e al campionato»

L’intervista Parla Hateboer, pre-convocato per la prima volta con l’Olanda: «L’obiettivo è la lista definitiva Le eliminazio­ni da Europa e Coppa Italia hanno fatto male, ma ora abbiamo la testa solo al campionato»

- Magri

Soddisfazi­one Ho ricevuto chiamate e messaggi dagli allenatori del Groningen e da amici in Olanda che non sentivo da anni. Loro non si sono dimenticat­i di me

Morte di Astori

Ha colpito molto perché poteva toccare a chiunque di noi. Dovremmo imparare a goderci appieno ogni momento della vita

«S ono contento ma...». Hans Hateboer non è al settimo cielo. Eppure è fresco di prima chiamata in Nazionale. Non una qualunque, ma quella olandese. Una di quelle che ha fatto la storia del calcio. Ma? «Ma sono solo nella lista dei pre-convocati. Siamo in 33, io punto a entrare in quella definitiva. Sarà difficile perché nel mio ruolo siamo in 4 per due posti». Questione di obiettivi personali, la mancata gioia irrefrenab­ile. O forse no, perché nell’ufficio di Zingonia dove stiamo chiacchier­ando con l’atalantino spunta de Roon, che sarà suo compagno anche negli orange. Per il mediano l’umore è simile e la spiegazion­e identica: «Siamo solo nei 33…». Quindi, forse, è questione di dna nordico.

Hans, comunque è un bel risultato.

«Non mi fraintenda, ovviamente sono contento. Ma il mio obiettivo, come dicevo, è entrare nella lista definitiva».

De Roon che ha già vissuto la Nazionale maggiore cosa le ha detto?

«È stato il primo a comunicarm­i la notizia, perché il giorno delle convocazio­ni aveva finito allenament­o in anticipo. Quando sono entrato nello spogliatoi­o mi ha detto: “Hans, ci siamo”».

E poi?

«Mi ha spiegato di stare tranquillo, perché in fondo poco cambia rispetto alle Nazionali giovanili».

Forse in Olanda. Altre reazioni?

«Ho guardato il telefono, per trovare una conferma via internet. La memoria era piena di messaggi e chiamate dall’Olanda».

Da chi?

«Dagli allenatori che ho avuto a Groningen e da amici in patria. Molti non li sentivo da anni e me n’ero dimenticat­o. Loro però non si sono dimenticat­i di me».

Si aspettava la chiamata?

«Sì. Ultimament­e i media olandesi hanno fatto il mio nome e nella nostra Nazionale, esclusa come l’Italia dai prossimi Mondiali, c’è aria di rinnovamen­to. I senatori come Robben e Snejider hanno lasciato. Un peccato visto che Wesley è uno dei miei miti. Sono stati convocati molti giovani, come il figlio di Kluivert che ha solo 18 anni. Pensi che il più vecchio è Babel e ne ha solo 31».

Il rinnovamen­to passa anche dal nuovo tecnico, Koeman, che questa stagione ha già incontrato.

«In Europa League perché allenava l’Everton. Prima della gara di andata abbiamo parlato un po’. Di Atalanta e di come si vive in Italia. Abbiamo in comune l’essere stati giocatori del Groningen».

Parlava di una grande concorrenz­a per il suo ruolo.

«C’è da capire come giocherà Koeman. Storicamen­te l’Olanda si è schiera con il 4-3-3. In questa maniera potrei ricoprire il mio “vecchio” ruolo di terzino destro. Ma ci sono state parentesi tattiche differenti. Van Gaal spesso giocava a tre dietro. In questo caso potrei fare l’esterno come a Bergamo, quello che preferisco perché ho più opportunit­à di attaccare».

In un anno è passato dalla panchina con l’Atalanta alla convocazio­ne con l’Olanda.

«Ho scelto di venire a Bergamo per crescere. Nei primi sei mesi ho dovuto ambientarm­i a un calcio diverso, a un modo di vivere differente e, soprattutt­o, a una lingua nuova».

Perché «soprattutt­o»?

«È importante non tanto quando si è in allenament­o. All’inizio era Kurtic che mi dava una mano parlando in inglese. Ma in ogni caso anche se tutti si esprimono in italiano, il linguaggio del calcio giocato è universale. I problemi erano in partita perché, ad esempio, non potevi comunicare con l’arbitro. Oppure durante le sedute video. Capire non era semplice».

Veniamo all’Atalanta. È smaltita la doppia delusione legate alle eliminazio­ni da Europa League e Coppa Italia?

«Quella di Coppa Italia maggiormen­te. Meno quella della doppia sfida con il Borussia perché abbiamo dimostrato di avere tutte le carte per passare. Molti dicono che come prima esperienza europea è andata più che bene, considerat­o anche gli avversari che abbiamo incontrato nel girone, ma rimane l’amaro in bocca. In Germania abbiamo perso in rimonta, a Reggio abbiamo subìto un gol all’ultimo».

Questione di sfortuna?

«Non mi piace parlare di sfortuna. Nel ritorno abbiamo avuto più di un’occasione per raddoppiar­e. E se non segni, vieni castigato».

Non pensa che ci possa essere un contrac- colpo psicologic­o in campionato?

«No, abbiamo la testa esclusivam­ente sulle prossime 13 partite. Non sarà semplice tornare in Europa perché, rispetto all’anno scorso, la meta è più lontana. Ma daremo il massimo per raggiunger­la. A partire dal Bologna».

Nelle ultime partite in attacco Gasperini ha schierato spesso Gomez in coppia con Ilicic. È cambiato il suo modo di giocare?

«Sì, perché Ilicic, che è il più forte tecnicamen­te della squadra, vuole sempre il pallone sui piedi. Con Cornelius e Petagna il dialogo è differente».

Siete passati nel giocare ogni tre giorni ad avere lunghi periodi di inattività complici i recenti rinvii.

«Finalmente abbiamo avuto un po’ di riposo... Scherzo, io vorrei giocare sempre».

Non è stanco in un’annata del genere?

«La stanchezza l’avverto al termine della partita, ma già il giorno successivo mi sento bene. Accusavo la fatica nei primi tempi, non ero abituato ad allenament­i così intensi».

Cosa pensa riguardo la morte di Astori?

«Quando l’abbiamo scoperto eravamo qui a Zingonia, ci stavamo preparando per andare allo stadio. È sceso un silenzio irreale ed eravamo confusi, ci chiedevamo come potesse essere accaduto. Ogni giorno se ne va qualcuno, ma quando accade a una persona che è vicina, rifletti di più. Perché è una tragedia che potrebbe toccare chiunque di noi, sempre. Facciamo il mestiere più bello del mondo e dovremmo imparare a goderci appieno ogni singolo momento della nostra vita».

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 ??  ?? Hans Hateboer, 24 anni, durante il Christmas match giocato dall’Atalanta il 17 dicembre contro la Lazio. È arrivato a Bergamo nel gennaio 2017, prelevato dal Groningen. Il c.t. della Nazionale olandese Koeman l’ha inserito (con de Roon) nella lista dei...
Hans Hateboer, 24 anni, durante il Christmas match giocato dall’Atalanta il 17 dicembre contro la Lazio. È arrivato a Bergamo nel gennaio 2017, prelevato dal Groningen. Il c.t. della Nazionale olandese Koeman l’ha inserito (con de Roon) nella lista dei...

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