Nel toto-giunta c’è Elena Poma
Per la Giunta regionale bisogna rispettare criteri territoriali e quote rosa.
Di (quasi) sicuro ci sono le caselle da riempire: la prossima giunta regionale avrà 14 posti. Come poi queste caselle saranno riempite è un altro discorso. «Bisogna mettere i puntini sulle I con gli alleati: abbiamo avuto un certo numero di voti e dobbiamo avere un peso in proporzione», dice da lunedì Giovanni Malanchini. Uno non a caso, visto che in questi mesi ha lavorato bene con il presidente eletto Attilio Fontana, e gli vengono prospettati «posti importanti in Consiglio o in Giunta». Ma Forza Italia conosce benissimo i rapporti di peso, tanto che sta già facendo i calcoli su una Giunta composta da sette leghisti, cinque forzisti e uno ciascuno a Fratelli d’Italia e Noi con Fontana.
Ora bisogna decidere chi far sedere su quelle poltrone. Lunedì Fontana ne parlerà con Matteo Salvini e Paolo Grimoldi. Sarà poi quest’ultima ad andare il giorno dopo a trattare con la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini. I due dovranno tenere in considerazione la componente territoriale, perché i nomi oggi in pole position finirebbero con il destinare metà dei posti a milanesi e bresciani. Ipotesi che piace pochissimo ai bergamaschi, soprattutto leghisti. Ai quali continua a piacere soprattutto l’assessore uscente Claudia Terzi, che essendo però stata eletta alla Camera insiste di voler scegliere Roma. Di qui l’ascesa dell’ipotesi Malanchini. Viene dato in calo Giacomo Stucchi, che però potrebbe rientrare in una fase successiva, quella dei dirigenti delle aziende regionali. Ma oltre al carattere territoriale, i nuovi assessori dovranno rispondere anche ai criteri di genere. Per fare rispettare le quote rosa i nomi che emergono sono quelli di Silvia Sardone, Viviana Beccalossi, Silvia Piani e, a sorpresa, del sindaco di Stezzano Elena Poma. Che, confinata in un collegio a Varese, non è riuscita a centrare l’elezione. «Di questa storia — taglia corto lei — non voglio parlare».