Private, balzo del 15% Generali a 1,2 miliardi
Nell’ultimo anno una crescita del 15%. Oggi ha superato il miliardo e 200 milioni di euro
Banca Generali targata Bergamo (nella foto, il responsabile Lionello Locatelli) è partita nel 2009 da 750 milioni di euro di masse amministrate per arrivare a 1 miliardo e 200 milioni di euro nel 2017 (+60%), con una crescita rispetto all’anno precedente del 15% anche sui clienti.
Non è un caso che Gian Maria Mossa, direttore generale di Banca Generali, (55,7 miliardi di masse gestite e 30 mila clienti) abbia parlato del suo istituto come di una «boutique del Private». La sensazione, quando si mette piede nella sede bergamasca di Banca Generali di via Camozzi, dove è sbarcata nel 2009, è proprio quella di trovarsi in una di quelle alte gioiellerie o di quegli atelier dove, sotto le vetrinette di cristallo o sulle grucce, sono in bella mostra diamanti a seimila carati e cachemire a duecento fili. I marmi, i vetri, gli ambienti ovattati e un management impeccabile, quindici professionisti in tutto — oltre al responsabile, dieci consulenti e cinque addetti amministrativi — immergono, fin da subito, in una dimensione dove tutto diventa, se possibile, ancora più prezioso.
La parola chiave, che attraversa il grande foyer, è proprio «possibilità», intesa non solo come disponibilità di chi ha un suo (grande) patrimonio, ma soprattutto come potenzialità di guardare quel tesoro attraverso un caleidoscopio di servizi, capaci di mutare, di variare ad ogni movimento ed esigenza di vita del cliente. Pensare alla gestione o alla redditività finanziaria, nelle sue forme più consolidate, significa relegare la visione ad una sola angolatura. Forse la più marginale, tanto più che chi approda qui, il cosiddetto cliente affluent (ogni banca ha la sua quota d’accesso, ma si parte dai 500 mila euro in su), è già ricco di suo.
Una crescita del 15%
Banca Generali targata Bergamo è partita nel 2009 da 750 milioni di euro di masse amministrate per arrivare a un 1 miliardo e 200 milioni di euro nel 2017 (+60%), con una crescita rispetto all’anno precedente del 15%, corrispondenti ad un portafoglio di circa 120 milioni di euro per consulente. La stessa percentuale di incremento — 15 — si rileva, anno su anno, anche sul parco clienti.
Grandi patrimoni
Il responsabile della banca bergamasca, Lionello Locatelli, 56 anni, riporta l’operatività ad un significato più ampio, che include in premessa anche un’analisi sociologica: «I bergamaschi sono così impegnati a fare e ad operare tanto da aver lasciato spesso l’aspetto finanziario ai margini».
Sembra di vederlo, l’operoso bergamasco, tutto proteso nella sua attività e dimentico del resto. La clientela ha una profilatura chiara. «Appartiene al mondo imprenditoriale — chiarisce Locatelli — con grandi patrimoni di famiglie che hanno attualizzato nel tempo le loro iniziative imprenditoriali. Ma ci sono anche professionisti». L’attualizzazione di cui elegantemente parla Locatelli, altro non è che la monetizzazione della vendita delle aziende, ma a sorpresa, proprio in quest’ambito, spunta una delle tante geometrie caleidoscopiche che Banca Generali riesce a realizzare con soddisfazione: «Ad esempio — spiega — quando riusciamo a valorizzare in modo professionale le partecipazioni societarie, a rafforzare il valore delle aziende e a suggerire soluzioni di riassetti e di governance anche nel delicato momento del passaggio generazionale». Problematica sempre più sotto i riflettori, in azienda come nella vita di tutti i giorni. «Dieci anni fa, nelle famiglie bergamasche, l’asset mix che contemplava il private insurance, ovvero percorsi che tutelano il passaggio patrimoniale tra le generazioni e il risparmio gestito, era al 40%, ora siamo al 70%».
Abito-private su misura
Si pensa al futuro ma in una chiave di protezione famigliare. Fare banca significa affidarsi ad un team che parcellizza la parola patrimonio, che si tratti di finanza, di un asset aziendale, di proprietà immobiliari, per ricondurlo, attraverso le varie competenze, ad un «unicum», adatto al personale concetto di ricchezza. «Un grande patrimonio è frutto di anni di attività e delle fatiche di intere generazioni», evidenzia Locatelli. Il cliente va conosciuto nelle sue esigenze globali, sulle quali si confeziona l’abito-private su misura. «Abbiamo a disposizione tecnologie e piattaforme digitali che ci aiutano nella diagnosi dei bisogni della clientela. A questi si associa una ricerca della qualità con soluzioni legate a contenitori assicurativi che fanno parte della nostra storia societaria». Tutto questo, senza dimenticare il lato umano della professione. Il private banker, pur nel rispetto dei ruoli, diventa anche un amico.
«Mi è capitato di organizzare un viaggio ad un cliente» conclude Locatelli che, di tanto in tanto, si trasforma anche in «docente», con lezioni di formazione finanziaria ai rampolli delle grandi famiglie. È successo di sabato mattina, quando manco a dirlo, la banca è aperta. I clienti ci vengono quel giorno, perché nel resto della settimana «al gà de laurà».
I bergamaschi sono così impegnati a fare e ad operare tanto da aver lasciato spesso l’aspetto finanziario ai margini. Abbiamo tecnologie e piattaforme digitali che ci aiutano a capire i bisogni dei clienti Lionello Locatelli responsabile L’arrivo nel 2009 Allora le masse amministrate erano 750 milioni di euro: sono cresciute del 60% Obiettivo qualità Con soluzioni legate a contenitori assicurativi che fanno parte della storia societaria