L'ex ministro Paola Severino: le regole interne erano adeguate
Ha elencato «le numerosissime regole interne» per sostenere che «Ubi Banca aveva un modello organizzativo assolutamente e concretamente adeguato a prevenire i reati contestati». L’ex ministro della Giustizia Paola Severino (nella foto) ha chiesto il non luogo a procedere nei confronti della banca, imputata come soggetto giuridico all’udienza preliminare ai suoi vertici sulla base della legge del 2001, un «concetto innovativo della colpa che sta nel non aver creato regole interne». Una responsabilità amministrativa per un modello che secondo la Procura era «privo di procedure atte ad assicurare la verità e completezza delle comunicazioni» oltre che degli strumenti ai dirigenti di opporsi a richieste illecite o almeno «il dovere di segnalazione». L’avvocato Francesco Centonze è andato oltre la questione del modello organizzativo: «La banca sostiene l’infondatezza delle ipotesi accusatorie anche dal punto di vista dei reati presupposti». Rispetto alla illecita influenza sull’assemblea del 2013, in particolare, ha contestato il metodo di indagine sulle deleghe di voto. Ha ventilato che, in caso di processo, andrebbero sentite 13.000 persone perché la Procura ha ipotizzato che i voti fossero illeciti sulla base di un calcolo statistico solo un campione.