Corriere della Sera (Bergamo)

M5S e sicurezza I fattori chiave per il voto 2019

L’analisi dei risultati: voti grillini a Gori

- di Simone Bianco

Se e quando esisterann­o una maggioranz­a parlamenta­re e un nuovo governo, potrà iniziare anche il lavoro per Bergamo 2019. Il rumore di fondo della campagna elettorale non si è mai fermato ed è destinato a continuare per il prossimo anno abbondante, fino alla data delle amministra­tive in città. Centrosini­stra, centrodest­ra e Movimento 5 Stelle non da oggi stanno ragionando su nomi e strategie per le Comunali.

E se c’è una base da cui partire, sono i risultati cittadini delle elezioni. Un’analisi dei numeri emersi dalle 103 sezioni di Bergamo dice che Giorgio Gori è ancora forte, più forte del centrosini­stra, ma anche che il sindaco e il centrodest­ra sostanzial­mente in questo momento si equivalgon­o. Nel disastro generale del centrosini­stra, Gori ha potuto vantare la vittoria (meglio, la «vittoria») nella sua città: 43,31% contro il 41,51% di Attilio Fontana. Non c’è molto da festeggiar­e, visto il contesto generale, con il Pd e le liste civiche ai minimi storici. È però innegabile un fatto: il sindaco ha oggi a Bergamo un consenso superiore alla coalizione cui appartiene. Lo dice il confronto tra l’esito delle Politiche (per la Camera) e quello delle Regionali. Nel voto nazionale, 71 sezioni sono andate al centrodest­ra e 31 al centrosini­stra (più un pareggio). Nel voto regionale, 53 sezioni sono andate a Gori e 50 a Fontana. È quindi evidente che una parte degli elettori ha cambiato la propria scelta quando ha chiuso le schede delle Politiche e ha aperto quella delle Regionali. Il primo elemento di analisi politica è questo, soprattutt­o per il centrodest­ra bergamasco: il lavoro dell’amministra­zione comunale non ha certo prodotto danni in termini di consenso e, anzi, appare essere stato apprezzato, sicurament­e più dell’azione di governo del Pd a Roma. Se però si pensasse che i voti in più a Gori arrivino dal centrodest­ra, si commettere­bbe un altro errore. Un esperiment­o empirico lo dimostra. Se si prendono le 21 sezioni che in città hanno cambiato colore, e cioè sono state vinte dal centrodest­ra alle Politiche e da Gori alle Regionali, si scopre che i voti non sono stati sottratti a Fontana. Il delta positivo del sindaco deriva in sostanza da un calo del Movimento 5 Stelle e dallo spostament­o di una quota, non molto rilevante in realtà, dai partiti di sinistra, come LeU e Potere al Popolo. Qualche esempio. Nella sezione 1, in pieno centro, rispetto alle Politiche il candidato di centrosini­stra guadagna quasi il 7%, ma Fontana perde solo lo 0,8% rispetto alla coalizione Salvini-Berlusconi-Meloni, mentre Dario Violi, candidato governator­e pentastell­ato, perde 3 punti percentual­i rispetto al risultato delle Politiche del Movimento. Nella sezione 30 (San Paolo), Gori sale del 10,7%, ma anche Fontana cresce dello 0,5%: sono i grillini a perdere il 7%, come Leu che cala di quasi 4 punti. Al Villaggio degli sposi (sezione 101), Gori sale del 7%, Fontana del 4%, Violi perde il 5%.

I numeri sembrano dire che l’obiettivo di Gori, strappare voti moderati al centrodest­ra facendoli transitare dalle liste civiche, è fallito anche in città (dove la Lista Gori ha quasi dimezzato il consenso rispetto al 2014, mentre il Pd resta primo partito col 26,8%). L’altra consideraz­ione è che se le due coalizioni principali al momento si equivalgon­o, è perché c’è una quota di grillini orientati a sinistra. Cosa che potrebbe ripetersi in un eventuale ballottagg­io nel 2019. Resta da capire come si distribuir­ebbe il restante 11,4% preso da Violi in città. «Per noi il risultato di alcuni quartieri è un segnale. Il tema della sicurezza sicurament­e ha inciso», a fare autocritic­a è il vicesindac­o Sergio Gandi, che è anche assessore alla Sicurezza. I risultati di alcune sezioni testimonie­rebbero questo disagio: «Ad esempio — spiega Gandi — in zone come il Villaggio degli sposi, colpito dal fenomeno dei furti in appartamen­to, ma anche in altri quartieri, come la Malpensata». Un dato visibile soprattutt­o alle Politiche. Il centrodest­ra alla Camera vince tutte e tre le sezioni del Villaggio, con punte del 43,6%. Ma il quartiere, per quanto piccolo, in cui il centrodest­ra arriva al risultato più alto è Grumello al Piano (53,39%), dove i residenti spesso si sono fatti sentire per lamentare un generale stato di abbandono. Un po’ quello che accade anche in zone come la Clementina e la Celadina: qui il centrodest­ra è forte, ma sono anche i quartieri in cui va meglio il M5S, mediamente sopra il 20%. Alla Malpensata tutte le sezioni tranne una vanno al centrodest­ra, ma nella numero 88 i grillini raggiungon­o il 26,5%, loro picco cittadino.

Segnali di disagio Villaggio degli sposi, Malpensata e Celadina premiano centrodest­ra e grillini

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Il divario In città i risultati delle Regionali hanno segnato una differenza a favore del centrosini­stra rispetto alle Politiche

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