Il Pd a Maurizio Martina «Così possiamo ripartire»
Al direttivo anche Gori: «Analisi seria: capire la società»
Nel Pd inizia l’era di Maurizio Martina ( foto). Il ministro, nato a Mornico, è il reggente del partito in attesa del congresso. Successo ieri per il suo intervento al direttivo nazionale, al quale ha partecipato anche Giorgio Gori.
Bocciatura Niente alleanze: «Lega e Cinquestelle, avete vinto, prendetevi le vostre responsabilità»
Riconosce la sconfitta, compie un’analisi cruda dei fatti, stronca ogni ipotesi di alleanza con i vincitori e prepara la ricostruzione del partito. Erano iscritti a parlare in 58 al direttivo nazionale del Pd, ma il protagonista alla fine è stato un bergamasco. Maurizio Martina, vicesegretario del partito, è ora il reggente del Partito democratico in attesa del congresso che deciderà il successore di Matteo Renzi. Martina ha esordito chiedendo unità e chiarendo che sarà quanto di più lontano dal protagonismo renziano: «Guiderò il partito con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso». A partire dall’Assemblea nazionale: «Anziché avviare il congresso e le primarie dovrebbe dar vita a una Commissione di progetto per una fase costituente e riorganizzativa».
Martina definisce la sconfitta «inequivocabile», e fa appello a iscritti ed elettori: «Solo noi possiamo essere l’alternativa popolare ai populisti». Ma ai vincitori risponde a muso duro: «A Lega e Cinquestelle dico: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini, prendetevi le vostre responsabilità». Poi ha citato Churchill: «So che possiamo farcela. So che possiamo lavorare alla nostra riscossa. “Il successo non è mai definitivo, la sconfitta non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta”, diceva Winston Churchill. Ecco, vi chiedo di continuare con coraggio, insieme. L’Italia ha ancora bisogno di noi». Il suo documento è stato infine approvato da tutti i membri del direttivo (salvo 7 astenuti).
Martina ha fatto riferimento anche al sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha ringraziato «per la passione e l’impegno: ha combattuto una battaglia assai difficile in Lombardia». Gori era presente al direttivo, anche se non è intervenuto e se n’è andato prima della fine per raggiungere il Consiglio comunale: «Martina ha fatto una relazione molto seria nell’analisi dei fatti senza nascondere niente — commenta il sindaco —, senza il toto-nomi e con un giusto riferimento al fatto di essere aperti anche agli apporti esterni. Restiamo dell’idea che serva un partito riformista europeo che parli alla società su basi di giustizia e uguaglianza. Nella riflessione dei prossimi mesi bisogna capire in che modo calarlo in una società che è molto cambiata e cambia molto rapidamente». Anche Gori boccia l’idea di alleanze per la maggioranza: «Non per ripicca, ma in una democrazia serve anche l’opposizione. Il Pd è stato al governo per sette anni, ed è un ruolo usurante». Gori rende infine l’onore delle armi a Renzi: «Abbiamo vissuto vittorie esaltanti e sconfitte brucianti. Ma sempre ci ha ricordato cosa siano in politica il coraggio e la responsabilità. Può anche dare tanto».