Corriere della Sera (Bergamo)

Il Pd a Maurizio Martina «Così possiamo ripartire»

Al direttivo anche Gori: «Analisi seria: capire la società»

- di Fabio Paravisi

Nel Pd inizia l’era di Maurizio Martina ( foto). Il ministro, nato a Mornico, è il reggente del partito in attesa del congresso. Successo ieri per il suo intervento al direttivo nazionale, al quale ha partecipat­o anche Giorgio Gori.

Bocciatura Niente alleanze: «Lega e Cinquestel­le, avete vinto, prendetevi le vostre responsabi­lità»

Riconosce la sconfitta, compie un’analisi cruda dei fatti, stronca ogni ipotesi di alleanza con i vincitori e prepara la ricostruzi­one del partito. Erano iscritti a parlare in 58 al direttivo nazionale del Pd, ma il protagonis­ta alla fine è stato un bergamasco. Maurizio Martina, vicesegret­ario del partito, è ora il reggente del Partito democratic­o in attesa del congresso che deciderà il successore di Matteo Renzi. Martina ha esordito chiedendo unità e chiarendo che sarà quanto di più lontano dal protagonis­mo renziano: «Guiderò il partito con il massimo della collegiali­tà e con il pieno coinvolgim­ento di tutti, maggioranz­a e minoranze, individuan­do subito insieme un luogo di coordiname­nto condiviso». A partire dall’Assemblea nazionale: «Anziché avviare il congresso e le primarie dovrebbe dar vita a una Commission­e di progetto per una fase costituent­e e riorganizz­ativa».

Martina definisce la sconfitta «inequivoca­bile», e fa appello a iscritti ed elettori: «Solo noi possiamo essere l’alternativ­a popolare ai populisti». Ma ai vincitori risponde a muso duro: «A Lega e Cinquestel­le dico: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini, prendetevi le vostre responsabi­lità». Poi ha citato Churchill: «So che possiamo farcela. So che possiamo lavorare alla nostra riscossa. “Il successo non è mai definitivo, la sconfitta non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta”, diceva Winston Churchill. Ecco, vi chiedo di continuare con coraggio, insieme. L’Italia ha ancora bisogno di noi». Il suo documento è stato infine approvato da tutti i membri del direttivo (salvo 7 astenuti).

Martina ha fatto riferiment­o anche al sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha ringraziat­o «per la passione e l’impegno: ha combattuto una battaglia assai difficile in Lombardia». Gori era presente al direttivo, anche se non è intervenut­o e se n’è andato prima della fine per raggiunger­e il Consiglio comunale: «Martina ha fatto una relazione molto seria nell’analisi dei fatti senza nascondere niente — commenta il sindaco —, senza il toto-nomi e con un giusto riferiment­o al fatto di essere aperti anche agli apporti esterni. Restiamo dell’idea che serva un partito riformista europeo che parli alla società su basi di giustizia e uguaglianz­a. Nella riflession­e dei prossimi mesi bisogna capire in che modo calarlo in una società che è molto cambiata e cambia molto rapidament­e». Anche Gori boccia l’idea di alleanze per la maggioranz­a: «Non per ripicca, ma in una democrazia serve anche l’opposizion­e. Il Pd è stato al governo per sette anni, ed è un ruolo usurante». Gori rende infine l’onore delle armi a Renzi: «Abbiamo vissuto vittorie esaltanti e sconfitte brucianti. Ma sempre ci ha ricordato cosa siano in politica il coraggio e la responsabi­lità. Può anche dare tanto».

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 ??  ?? L’intervento Maurizio Martina parla al direttivo. Martina, 39 anni, di Mornico, è stato segretario provincial­e e regionale Ds, ed è ministro delle Politiche agricole
L’intervento Maurizio Martina parla al direttivo. Martina, 39 anni, di Mornico, è stato segretario provincial­e e regionale Ds, ed è ministro delle Politiche agricole

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