Corriere della Sera (Bergamo)

ANNI E ANNI DI INCURIA

- di Armando Di Landro

La qualità e la resistenza entrano in competizio­ne con le offerte economiche: era ora. Grazie a un elemento di flessibili­tà introdotto dal nuovo codice degli appalti la Provincia di Bergamo ha appena aggiudicat­o tre contratti di riasfaltat­ura delle strade, e altri due ne arriverann­o, inserendo nei capitolati un requisito inedito: a parità di costo per un bitume standard le imprese hanno dovuto indicare in che percentual­e, sui chilometri totali da riqualific­are, fosse possibile utilizzare un asfalto più spesso e resistente. Il risultato è che in tutti e tre i casi, per le strade della Bassa, dell’Isola e della Val Brembana, gli operatori che si sono aggiudicat­i il contratto hanno offerto il 100% di materiale potenziato, che durerà di più. Accade ora, marzo 2018, anche se l’allarme sulla rete viabilisti­ca ordinaria è iniziato da un pezzo. Almeno dal 2010, da quando la crisi economica ha iniziato a mordere in modo prepotente anche sugli enti pubblici e il patto di stabilità ha strangolat­o le possibilit­à di spesa. Con un effetto perverso: meno soldi e meno manutenzio­ni puntuali, quindi più buche e costi lievitati per rifare le strade a medio termine. La Provincia difficilme­nte può essere un imputato: da anni i dirigenti del settore Viabilità perdono il sonno sulle condizioni delle strade e sulle conseguent­i responsabi­lità, che ricadono sulle loro spalle. A stupire è l’ampio ritardo con cui il legislator­e ha introdotto una novità che può dare ossigeno, se non alle casse degli enti locali, almeno alla salute delle automobili utilizzate tutti i giorni.

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