Un bar tutto al contrario
Da Rab si può leggere, studiare inglese e perfino godersi uno spettacolo «Musica e teatro sono gratuiti: nessun ritocco sulle consumazioni»
Il bar ha due nomi. Il primo, usato da tutti, è Rab (bar al contrario, apparentemente facile da capire, in realtà pochi ci arrivano). Il secondo, Questo non è un bar, sorta di pay off surrealista, strizza l’occhio a René Magritte e allude al fatto che ci si può aspettare, una volta dentro, qualcosa di speciale. Il primo colpo d’occhio, conferma: il locale in corso San Gottardo, a pochi metri dall’Auditorium, è davvero diverso dagli altri. Manca la classica fila di tavolini, l’ambiente ha un tono domestico e gli arredi sono sorprendenti. Come la tromba appesa a una parete che funziona da faretto, il set di lampade da stalla (oggi a luce gialla, prima erano a infrarossi e scaldavano i pulcini nelle incubatrici), l’asse da stiro trasformata in piano d’appoggio e la credenza contadina anni Cinquanta. «Senza presunzione, ci piace definire l’interno un’opera d’arte collettiva», dicono Valentina Lubelli e Silvia Garganti, presidente e vice della cooperativa Baracca che ha ideato e gestisce Rab. Divertite raccontano il percorso. «Abbiamo lanciato un sos ad amici e soci, e dopo aver recuperato oggetti e mobili da case e cantine ci siamo messi tutti insieme a restaurare e adattare ogni pezzo. E non è ancora arrivata la fine: amici artisti hanno appena iniziato a decorare i piani di legno di alcuni tavoli».
Controcorrente non solo negli arredi. Rab si è spinto oltre al cappuccio con brioche del mattino (da assaggiare i pasticciotti salentini, pasta frolla farcita di crema pasticcera), ai medaglioni rustici della pausa pranzo e ai cocktail da aperitivo (la specialità: Amore alcolico, base di tequila con un pizzico di tabasco). Offre postazioni di studio e lavoro con wi-fi libero, libri e riviste in consultazione, un corso d’inglese con madrelingua che leggono e commentano testate giornalistiche (per migliorare lo slang), un mercatino mensile dell’usato e sponsorizza la giornata del ritrattista (con il pittore che esegue a richiesta). Di sera, poi, divano e poltrone vengono spostati per concerti, dj set, spettacoli. «Tutto gratis e senza il classico ritocco sulla consumazione», precisano, «una scommessa lanciata all’apertura e vinta». Scommessa? «La nostra filosofia è che musica, arte e teatro, debbano essere per tutti», spiegano, «non eravamo certi di riuscire a far quadrare i conti, ma ora dopo un periodo di sperimentazione sappiamo che giocando d’equilibrio possiamo farcela. E rilanciamo». Tra i prossimi appuntamenti in calendario, «Recuerdos del Caribe», mostra del designer Julio Giannoni. «Abbiamo ospitato cabarettisti di Zelig e qualche nome conosciuto, la direzione teatrale è affidata al regista Marco Silvestri, ma il palco è libero, a disposizione anche di artisti non affermati. Ascoltiamo perfino le proposte dei clienti, soprattutto per la serata della stand up comedy, l’ultimo giovedì di ogni mese».