VECCHI E SINGLE
Il Comune ha pubblicato l’annuario demografico per il 2018. Contiene dati il cui interesse non sempre coincide con quello messo in rilievo dall’Ufficio Stampa dell’Amministrazione. Possiamo gioire del fatto che «Bergamo cresce ancora»; e anche che «dopo 70 anni di segno negativo gli abitanti di Città Alta tornano a crescere» (per quanto solo dell’1%). Ma Bergamo, più che crescere, invecchia. Un dato a caso: i settantenni sopravanzano di un buon quarto i bambini sotto i dieci anni; e gli ottantenni quasi li equivalgono. D’altra parte, dal 2000 a oggi, l’indice di vecchiaia è passato dal 21,3% al 24,6%. Ma il dato più impressionante è la conferma che quasi metà dei bergamaschi (il 45,7%) vive sola; e un altro 25,3% in un nucleo di due — coppie senza figli, o single con figlio. È scomparsa la famiglia tradizionale, il classico «genitori con prole». Le nude cifre si trasformano all’improvviso in politica. Chiediamoci, quando nei programmi elettorali si parla di «aiuto alle famiglie», di cosa stiamo parlando davvero. L’immagine della Bergamo del futuro (come del resto del Paese) è quella di una comunità in larga maggioranza over 40, con un’amplissima fascia di anziani, divisa in nuclei minimi. Il fenomeno avanza da decenni e non si vede come possa invertirsi nel breve. Sarebbe bello, già dal 2019, sentire come i candidati sindaci intendono affrontare questo quadro sociale. Lasciando perdere, per favore, i luoghi comuni sulla difesa di una «famiglia» che esiste solo ormai come tipologia minoritaria.