Corriere della Sera (Bergamo)

Legler, tensione con i soci La coop valuta sconti extra

Contestato il presidente: ma stiamo facendo il possibile

- di Maddalena Berbenni

Tensione ai massimi livelli, lunedì sera, all’incontro, a Ponte San Pietro, tra la cooperativ­a Legler e i soci prestatori. Il presidente Roberto Baroni è stato contestato ripetutame­nte. Tra i temi emersi, i depositi accettati fino a novembre 2017 e la poca informazio­ne. Ora la coop valuta sconti extra.

I compensi I dieci membri del cda, nel 2016, hanno preso in tutto 63 mila euro Roberto Baroni presidente

In quarant’anni da volontario al teatro dell’oratorio, a Roberto Distretti, 81 anni e un ragazzetto a fargli da aiutante, un po’ alla Nuovo cinema paradiso, un lunedì così movimentat­o non era mai capitato. Alle 20.20, mentre è concentrat­o sull’impianto audio installato da lui, la platea è praticamen­te già al completo. Duecentoqu­aranta posti e non bastano, per l’assemblea che Legler ha organizzat­o con i soci prestatori in vicolo Scotti, a Ponte San Pietro, nel cuore della cooperativ­a centenaria. Scampò ai bombardame­nti, ora rischia di non risollevar­si dai bilanci in rosso e i 16 milioni di debito, dalla guerra dei centri commercial­i, che ha spinto i vertici a imboccare la strada del concordato. È la via di un salvataggi­o complicato, ma possibile, assicura Roberto Baroni, presidente dal 2012, lì, sotto il palco, a dare risposte e tentare di placare gli animi. Più volte i toni sono sopra le righe con urla, insulti, applausi beffardi alla fine degli interventi più piccati. La rabbia di chi non sa se rivedrà i suoi risparmi è comprensib­ile, qui non ci sono speculator­i, solo gente comune. Poi, però, è dal pubblico stesso che si leva l’invito a mantenere toni civili.

Con Baroni ci sono i consulenti della cooperativ­a, il commercial­ista Federico Clemente e l’avvocato Dario Donadoni, e il commissari­o giudiziale Giacomo Giavazzi, il cui compito è vigilare sulla procedura. Di concreto, adesso, c’è poco da fare. Devono attendere che la cooperativ­a depositi il piano di concordato, cioè che spieghi al tribunale come pensa di superare la crisi, tutelando creditori e fornitori. La scadenza è giugno con proroga facoltativ­a di due mesi. Poi anche i soci dovranno esprimersi. «Arriverete al voto informati — promette Giavazzi —, mi metto a disposizio­ne anch’io, potete contattarm­i. Quando il piano sarà pronto, vi manderemo l’elenco con i vostri nomi e le somme. Dovrete solo controllar­e che corrispond­ano e, se ci sono errori, segnalarlo». Le linee guida del piano, comunque, sono chiare: dismettere il patrimonio immobiliar­e (a bilancio vale 15 milioni) e continuare a incassare dai negozi. «Per questo c’è bisogno del vostro sostegno — evidenzia Clemente —, anche nel vostro interesse, perché il concordato vi garantisce somme più alte di quelle previste in caso di liquidazio­ne».

«Perché avete continuato ad accettare depositi fino a novembre 2017?», domanda Carolina Piazzoli, tanto per partire dal tema più caldo. «Contavamo di rientrare attraverso la normale dinamica del prestito — spiega Baroni —, fino a dicembre 2017 eravamo nei parametri, poi la normativa è cambiata». Il presidente ricorda che dal 2012 al 2016 «abbiamo restituito quasi 4 milioni». In platea si scatenano: «A chi avete ridato i soldi? Chi sono queste persone?». L’avvocato Donadoni chiarisce che non c’è stata nessuna corsia preferenzi­ale. È stato rimborsato chi faceva richiesta. «Anche il presidente Baroni ha i suoi soldi nella cooperativ­a», aggiunge, ma è peggio. «E l’amministra­tore delegato dov’è, quello che ha gestito tutto?», incalza qualcuno riferendos­i a Giorgio Colleoni, in Legler dagli anni ‘70 fino al 31 dicembre scorso. Risposta: «Si è dimesso». Applausi, che si fanno più forti e per una volta a favore di Baroni, quando si parla di possibili sconti extra. Ieri il presidente ci ha lavorato: «Stiamo capendo se è fattibile — dice Baroni —, riteniamo di sì. Per i rimborsi sotto forma di sconti, invece, dipenderà dal concordato». Altri aspetti sollevati dai soci: «Ci ripetete — sottolinea Roberto Agazzi — che a Seriate chiudete per l’Esselunga, ma l’Esselunga non apre in cinque giorni. Dovevate saperlo. Di fronte alla stazione di Ponte sorgerà un centro commercial­e. Ne siete consapevol­i? Mi auguro che si valuti un accordo con qualche realtà cooperativ­a più grande». Ben venga, ma per ora non c’è nessuno davvero interessat­o all’orizzonte. «E abbassare i prezzi?», suggerisce Manuela di Ambivere. A Baroni viene chiesto di metterci la faccia, ma anche il cuore: «La faccia è qui, non mi sono mai nascosto. Sto cercando di portare a casa il meglio per tutti», replica. Luciano Avon di Bergamo faceva il revisore: «L’unico bilancio che non ho mai letto è quello della Legler, perché mi fidavo». Tifo da stadio. «Ora chiedo che siano pubblicati sul suo sito i bilanci 2016 e 2017. E chiedo a Baroni di dire qual è il suo compenso». Nel 2016 il Cda di 10 persone ha preso 63 mila euro per gettoni presenza e rimborsi. Nel trambusto, si perde l’interrogat­ivo più serio: «Anche se tutto andasse bene, come pensate di farcela in futuro senza i soldi dei soci?».

Il teatro si svuota solo dopo le 23. Gli ultimi a salutare Baroni sono alcuni dipendenti disposti a cerchio, nel vicolo. Provano a scherzare. Loro rischiano soldi e lavoro.

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Tutto esaurito L’incontro di lunedì sera all’oratorio di Ponte San Pietro. Ieri, è stata la volta di Calolzioco­rte, stasera invece Baroni sarà a Vimercate

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