Corriere della Sera (Bergamo)

Sala consiliare a rischio crolli

Caravaggio, verifica statica e struttural­e in corso. Il sindaco: preoccupan­te

- Pietro Tosca © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Verifiche statiche e struttural­i in corso sul municipio di Caravaggio.

È sotto la lente degli ingegneri dell’Università di Brescia il cinquecent­esco palazzo Gallavresi, il municipio di Caravaggio. Da ottobre stanno sottoponen­do l’edificio a una verifica statica e struttural­e accurata. Un’indagine che dovrebbe concluders­i a fine marzo ma che, a inizio mese, ha richiesto un approfondi­mento con accertamen­ti di laboratori­o: carotature, prove con sonda Windsor e di infissione nella malta. Che l’edificio sia «malato» è noto, il punto è quanto. Chiunque assista a un Consiglio comunale nella sala affrescata al primo piano può constatare la profondità delle crepe nei muri. L’amministra­zione del sindaco Claudio Bolandrini teme che la situazione sia peggiore di quanto sin qui prospettat­o.

L’analisi degli ingegneri bresciani ha già dato un primo risultato, non certo confortant­e, trovando al secondo piano dei soffitti che stavano sfondellan­dosi. «Le pignatte in cemento che formano i solai — spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Federica Banfi — rischiavan­o di cadere e colpire chi lavora negli uffici sottostant­i. Le abbiamo fatte subito rimuovere». A creare questa situazione di vulnerabil­ità nel palazzo Gallavresi un intervento di ristruttur­azione avvenuto alla fine degli anni ‘70. «In quell’occasione — spiega l’assessore — fu sostituito il tetto in legno con uno in cemento armato, senza considerar­e che questo pesava tre volte di più. E l’effetto si vede nella sala del Consiglio con spanciamen­ti, mura disallinea­te e fessurazio­ni.

Proprio la Banfi è stata il motore della nuova indagine. «Qui non c’è un problema di sismicità, ma di carico delle strutture — spiega l’assessore —, bisogna capire se sta in piedi in base ai carichi che sopporta. La zona messa peggio è quella sopra il portico lungo la facciata e in particolar­e la sala del consiglio». Quest’ultima è monitorata con un sistema di vetrini: sui due bordi di una crepa è posizionat­o un vetrino e se si spacca è perche la crepa si allarga. «È un metodo superato — osserva la Banfi — oggi ci sono strumenti molto più sofisticat­i per valutare anche scostament­i minimi. Quando abbiamo iniziato a interessar­ci della situazione del palazzo ho trovato uno studio del 2003. Già questo indicava la necessità di interventi urgenti, ma l’amministra­zione comunale non li ha mai fatti. È una situazione su cui c’è poco da scherzare. Ora dall’opposizion­e si preoccupan­o tanto dell’agibilità della chiesa di San Giovanni, dove non va nessuno, mentre qui c’è una struttura dove c’è gente che lavora e c’è una piazza antistante dove passano tante persone, ma non è stato fatto niente. Vedremo dal nuovo studio se sarà sufficient­e puntellare i punti più critici, se si potrà utilizzare i locali e se ce ne saranno alcuni più a rischio». E l’ex sindaco Giuseppe Prevedini ribatte: «Dal punto di vista statico il municipio non ha nessun problema. C’è la questione del cemento armato del tetto che ha provocato i danni alle pareti della sala consiliare, ma l’abbiamo sempre monitorata con i vetrini che non hanno mai evidenziat­o movimenti. Avevamo pensato a un intervento di messa in sicurezza, ma servono 2,5 milioni e con il patto di stabilità non si è mai potuto fare». Per il sindaco Bolandrini, «la sala consigliar­e è tutto fuorché rassicuran­te. È prioritari­o verificare la sicurezza statica dell’immobile. La scala del rischio emergerà

«Alla fine degli anni ‘70 era stato sostituito il tetto in legno con uno in cemento armato»

dal nuovo studio. Più un edificio è vecchio, più è pregiato, ma è più vulnerabil­e in termini di sicurezza soprattutt­o se per anni non è stata fatta la manutenzio­ne ordinaria. Oggi noi ci troviamo di fronte a interventi straordina­ri per le scuole e per gli edifici pubblici, alle prime abbiamo messo mano e ora stiamo affrontand­o i secondi. Per questo stiamo già cercando risorse partecipan­do a bandi».

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Nelle sale Nella stanza affrescata al primo piano, sono visibili le crepe profonde che si trovano nei muri. Ora gli ingegneri dell’università di Brescia stanno sottoponen­do l’edificio ad alcuni controlli e anche ad accertamen­ti fatti in laboratori­o
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