Corriere della Sera (Bergamo)

«Più sicurezza con le pene alternativ­e»

- ( f.p.)

Oggi nella Bergamasca ci sono 557 persone condannate che stanno scontando la pena fuori dal carcere e altre 596 che hanno chiesto di farlo. Ma non è uno scandalo: «Se una persona trascorre in prigione la sua pena, commette di nuovo reati nel 69,4% dei casi, mentre tra chi ha accesso a forme alternativ­e la recidiva è solo del 19%». Il calcolo è dell’avvocato Monica Di Nardo, presidente della Camera penale di Bergamo, che con i suoi colleghi ha proclamato uno sciopero contro lo stop alla riforma Orlando che semplifica le norme di accesso alle misure alternativ­e. «Purtroppo i partiti vincitori delle ultime elezioni sono contrari, dicono solo: chi sbaglia paga — continua Di Nardo —. Ma se conoscesse­ro i dati sarebbero d’accordo con la riforma. Chi sbaglia deve pagare, ma se non gli si fa capire l’errore non si fa altro che parcheggia­re il problema del delinquent­e. Mentre se gli si insegna un lavoro gli si tolgono ragioni per delinquere ancora. È nell’interesse di tutti». A Bergamo vengono aperti tremila fascicoli l’anno. In questo momento ci sono 557 persone con affidament­o in prova o messa alla prova, 148 ai domiciliar­i e 167 impegnati in lavori di pubblica utilità. Poi ci sono imputati con pene sotto i 4 anni che hanno chiesto l’accesso alla messa alla prova.

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