IL MEGLIO PER LEGLER
Francesco è laureato in Ingegneria e probabilmente è il più giovane della sala. Ha 25 anni e 17 mila euro che la nonna gli aveva lasciato in eredità. Segue la riunione in piedi, prova anche a fare la fila per il microfono. Si lascia andare a un applauso quando sente che, sì, sconti extra si possono studiare. Francesco, di Caprino Bergamasco, incarna il paradigma della Legler. Quei 17 mila euro li aveva messi nel libretto aperto appena 18enne, quando la cooperativa gli aveva assegnato una borsa di studio. Rappresenta il meglio e forse non il peggio, ma poco ci manca, di questa storia che dura da più di cent’anni e oggi deve superare il suo momento più buio. Ce la farà? Nessuno può dirlo, ora. Di sicuro sarà necessaria una ristrutturazione importante e il piano di concordato, oltre che tenere conto di una concorrenza che, parliamoci chiaro, continuerà a martellare, dovrà puntare su una decisa rottura col passato. Perché è evidente che i problemi non dipendono solo dai centri commerciali. È altrettanto certo, però, che senza la fiducia dei suoi soci Legler è spacciata. Quello è il fattore imprescindibile. Per quanto sia difficile, serve crederci. Serve riconoscere al presidente Baroni, al di là dei modi un poco ruvidi, la serietà dimostrata nel restare al suo posto, anche in una serata complicata come quella di lunedì. Serve recuperare lo spirito della cooperativa, non solo continuando a fare la spesa. È quello che Francesco avrebbe voluto dire: «Siamo noi il loro marketing». Insomma, serve tirare fuori il meglio. L’opportunità c’è.