Scacco alla gang albanese «In Italia sei fuori subito»
Arrestati cinque albanesi, in quaranta giorni bottino da 200 mila euro
Icarabinieri
hanno portato in carcere cinque albanesi accusati di avere messo a segno una raffica di furti, sia in casa sia a distributori di benzina ( foto). Per l’accusa, era una vera associazione per delinquere, che quando non rubava, spacciava.
Il capo si vantava di ricevere dall’Albania tante candidature di aspiranti ladri
L’auto arriva nel cuore della notte alla stazione di carburante. A bordo 4 uomini con guanti e passamontagna: c’è il pilota che tiene il motore acceso, ci sono il palo, che con un walkie talkie sorveglia la strada, lo scassinatore e il suo aiutante. Quattro minuti e la colonnina del self service viene aperta come una scatoletta di tonno e la banda scappa con migliaia di euro. Una scena che in Bergamasca si è vista a Verdello, Arcene e Dalmine, ma tra il 12 gennaio e il 23 febbraio sono stati 15 i distributori colpiti tra Milano, Monza, Cremona, Lodi e Brescia.
I sette componenti della banda, tutti albanesi tra i 21 e i 26 anni, si muovevano come un orologio e in 40 giorni hanno messo insieme un bottino di 200 mila euro. Il pm di Milano David Monti contesta loro anche il reato di associazione per delinquere. Se l’assalto alle stazioni di servizio era la loro specialità, i giovani componenti della banda non disdegnavano neppure il furto in casa: 14 i colpi di cui sono accusati, di cui 5 in Bergamasca, due divenuti rapina. E se non rubavano, secondo l’accusa, spacciavano cocaina tra Pioltello e Segrate. Un sodalizio che i carabinieri di Cassano hanno spezzato arrestando Preng Dukaj, 23 anni, e il fratello Klevis, 21, Valentin Xheleshi, 26, Ermelind Ndrejaj, 26, e Indrit Xheleshi, 20 anni. Per tutti c’è stata la convalida. Sono al momento irreperibili Meriban Legisi, 22 anni e Inva Bala, 22. Quest’ultima, fidanzata di Preng Dukaj, è indagata solo per spaccio.
La banda girava intorno a Valentin Xheleshi, lo scassinatore, e Preng Dukaj, l’autista. Gli altri erano gregari che ruotavano e potevano essere sostituiti. Durante le intercettazioni ambientali Dukaj e Xheleshi si vantavano di ricevere candidature dalla madrepatria perché «tanto in Italia rimani in prigione al massimo 24 ore». Il gruppo aveva base a Melzo e poi si era spostato a Basiano. La mattina pianificava i colpi, nel pomeriggio Dukaj andava a prendere i «convocati», con un’auto pulita e poi si recavano a Melzo o Gorgonzola. Qui erano parcheggiate le auto «sporche», quelle rubate impiegate per i furti: una Fiat Bravo, quattro Alfa 147 e un’Audi A6 prelevata il 29 gennaio a Romano. A questo punto, il gruppo recuperava gli attrezzi da scasso occultati in un boschetto. All’imbrunire era il momento dei furti in abitazione, dopo la cena e la serata al bar invece si passava ai distributori. In Bergamasca il primo colpo avviene il 19 gennaio a Casirate: una pensionata alle 19 rientrando a casa trova uno dei banditi in giardino che la minaccia con un piede di porco mentre due complici escono dalla finestra del soggiorno. In mano hanno una federa in cui si portano via tutti i suoi gioielli. Il 20 viene derubata la Erg di Verdellino. Il 24 tocca all’ex sindaco di Verdellino Giuseppe Maci sorprendere i ladri in casa. Il 26 è la volta della pompa Q8 di Arcene mentre il 27 gennaio sono a Calcio e Mornico, dove i furti però vanno a vuoto. Il primo febbraio è preso d’assalto il distributore Connex di Dalmine, il 22 viene svaligiata una casa a Bottanuco. Siamo all’epilogo: i carabinieri del capitano Giuseppe Verde da tempo li stanno monitorando. A Gorgonzola si sono imbattuti nella Fiat Bravo e da lì hanno poi individuato una a una le auto della banda. Un’attività di indagine che nel weekend ha permesso ai militari di chiudere la rete.