I roghi e le pene sospese del presunto mandante
La Manna, arrestato, è piantonato in ospedale Il nuovo «titolare» della srl imputato di truffa
Un elenco di precedenti, cinque pene sospese, la carica di amministratore unico della Orio Big Parking srl. C’è un intreccio di guai e ruoli nella vita di Giuseppe La Manna, arrestato come mandante dei roghi a due parcheggi privati di Grassobbio per i viaggiatori dell’aeroporto. Dopo di lui, nel 2017 venne nominato amministratore un azzanese che era finito nei guai per un’indagine per truffa. La Manna ora è in ospedale, è stato male.
Dal 2015 Giuseppe La Manna lo è stato della Orio Big Parking, sua e della moglie
Ricettazione, falsità ideologica, appropriazione indebita, truffa, insolvenza fraudolenta, riciclaggio. «Tutte condotte delittuose che evidenziano una spiccata capacità di eseguire reati economici», scrive il gip Massimiliano Magliacani, elencandole nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per Giuseppe La Manna, ritenuto il mandante degli incendi dolosi del 14 e del 16 giugno 2017 all’Azzurro Park e al Blu Parking di Grassobbio, parcheggi privati suoi concorrenti attorno all’aeroporto di Orio. Per cinque volte ha ottenuto la condizionale, anche se la legge lo permetterebbe solo due volte, per un totale di due anni. A meno che quando un giudice la concede non sappia della precedente sospensione perché la condanna ancora non risulta. Alla fine, comunque, i conti devono tornare e i benefici di troppo vengono revocati.
Per ora La Manna non è in carcere. È in ospedale, piantonato, operato per problemi cardiaci. Stava già male. Per motivi di salute il tribunale di sorveglianza gli aveva concesso di scontare in detenzione domiciliare, anziché in cella, il cumulo pene per i precedenti per i quali era già stato arrestato il 7 marzo 2017. Lo sa bene il gip Magliacani. Nell’ordinanza scrive che, però, «le esigenze cautelari si presentano di carattere eccezionale». Secondo la ricostruzione dei carabinieri coordinati dal pm Raffaella Latorraca, La Manna ha organizzato gli incendi assoldando tre ucraini tramite il cugino Alessandro De Simone, napoletano come lui, mentre era in detenzione domiciliare. Che per altro, sempre secondo l’accusa, ha violato andando al mare in Versilia.
In questo contesto di numerosi guai con la giustizia, La Manna è stato amministratore unico della Orio Big Parking srl, stessa attività delle società danneggiate dai roghi, sua al 5% e il resto della moglie, capitale sociale di 20.000 euro e 16 addetti. Lo è stato fin dalla costituzione dell’attività, nel dicembre 2015, iscritto alla Camera di Commercio dove molti atti sono autocertificazioni telematiche e le condanne sono un ostacolo se contengono una specifica interdizione. Allo stato, non è dato sapere se lui ne avesse. Si sa che nel settembre 2017 è stato nominato amministratore unico Rodolfo Cannistrà, 29 anni, di Azzano San Paolo. Così, ancora ieri, risultava dalla visura societaria. Risulta al momento estraneo all’inchiesta sui roghi dolosi, ma il suo è un nome già noto alle cronache, e alla Procura. Nel febbraio 2017 era stato arrestato insieme ad altre quattro persone, in esecuzione di misure cautelari, al termine di un’indagine dei carabinieri coordinati dal pm Gianluigi Dettori per una serie di truffe: annunci online clonati per incassare acconti in tempi record, tramite le carte Postepay. Incrociando i numeri dei cellulari che avevano agganciato le celle delle aree dei bancomat, i militari erano risaliti a chi secondo l’ipotesi investigativa
Amministratore unico
accettava di intestarsi le card per 50-100 euro, chi clonava i dati delle inserzioni e chi riscuoteva. Le automobili andavano per la maggiore, per i prezzi allettanti. Un’Audi da 70.000 euro, per esempio, era stata messa in vendita a 13.900 euro. Gli acquirenti di mezza Italia versavano la caparra, 500 ma anche 2.000 euro, però l’automobile rimaneva solo una foto vista al computer. Sono 114 le truffe conteggiate, per 60.000 euro. Cannistrà era finito in carcere, poi su istanza del difensore gli erano stati concessi gli arresti domiciliari. Ora è libero. Il 9 maggio affronterà l’udienza preliminare.