Onis, un anno all’ex dipendente per i file copiati
L’acquisto, da parte della moglie, a poche ore dalla cessione ad Heidelberg, vale 60 mila euro Su Guerini il faro della Consob per la mancata segnalazione. Lui: «Solo una dimenticanza»
Erano sia imputati che parte civile. Michele Legrenzi, 26 anni, di Clusone, è stato condannato a un anno per aver copiato i file della Onis di Serse Pedretti, che invece, è stato assolto dall’accusa di aver trattenuto il cd con i dati personali del giovane.
Il valore delle azioni acquistate al mattino alla chiusure della Borsa cresce del 70% La commissione ha verificato che c’è stata «una omissione» e non «un mero ritardo»
È successo tutto il 28 luglio di tre anni fa. Un martedì che ha segnato la storia industriale di Bergamo e pure ha lasciato una traccia in quella personale di Lorenzo Renato Guerini.
Sessantotto anni, bergamasco, laurea all’Università Bocconi di Milano, commercialista, già presidente di Kpmg e membro del Cda di Kpmg International, Guerini si muove negli ambienti finanziari orobici. In quest’ambito ricopre attualmente la carica di membro del Consiglio di Sorveglianza di Ubi (è al secondo mandato), oltre che essere membro del Comitato controllo e del Comitato rischi della banca. È anche alla guida della 035 Investimenti, società costituita nel 2012: 10 milioni di capitale, azionisti di rango — Radicifin, Italmobiliare, Adriana (la società capogruppo della Curia bergamasca per la gestione dei beni, immobili e partecipazioni societarie ) — in una società che investe in aumenti di capitale nelle pmi territoriali.
All’epoca dei fatti, alla fine di luglio del 2015, Guerini è il vice presidente di Italcementi. È in quel giorno d’estate che sua moglie acquista 14.287 azioni di Italcementi spa a 6,47 euro l’una. Il controvalore all’atto di acquisto è di 92.451,74 euro. Poche ore dopo, a mercati chiusi, l’annuncio: Italcementi passa ad Heidelberg Cement, che offre 10,6 euro per azione con un premio di circa il 70% rispetto al prezzo di Borsa degli ultimi mesi. Questo significa, per l’operazione compiuta dalla signora Guerini, un incremento del valore azionario di 4,13 euro ad azione, che corrispondono a circa 60 mila euro.
Questi sono i fatti di quel giorno, in stretta sequenza temporale. Nelle ore e nei giorni a seguire, se sullo sfondo risuona la vasta eco della cessione del colosso bergamasco del cemento, in primo piano, per Guerini vige un obbligo da ottemperare: il cosiddetto internal dealing, termine con il quale vengono identificate le operazioni di compravendita sui titoli di una società quotata da parte dei propri amministratori, sindaci e top manager. Considerando la posizione di particolare rilievo che rivestono questi soggetti all’interno della società, è evidente che le operazioni di acquisto e vendita sui titoli della società stessa possono avere un particolare valore informativo per il mercato. Tanto che, per questo particolare valore segnaletico, la normativa (il Testo unico della Finanza) ha posto in capo a questi soggetti l’obbligo di comunicare al mercato tempestivamente qualsiasi operazione di acquisto o di vendita compiuta sui titoli della loro società. Un obbligo che vale anche «per persone strettamente rilevanti», come moglie e figli. A gennaio di un anno fa, la Consob ha chiesto ragguagli in merito e, a seguito di una lunga istruttoria, ha accertato che Guerini ha omesso la comunicazione. Consob spiega nella delibera pubblicata (numero 20.281) i motivi che determinano la sanzione pecuniaria di 15 mila euro. Una multa che non si discosta molto dal minimo edittale di 5 mila euro, ma che, in merito alla «gravità obiettiva — cita la deliberazione — è consistita in una omissione e non in un mero ritardo».
Da cosa nasce cosa, dal momento che la Consob avrebbe acceso il faro sull’operatività in titoli di Guerini. Una forma felpata che punta a chiarire se il professionista, in virtù della posizione che ricopriva, fosse a conoscenza di informazioni privilegiate e ne abbia tratto vantaggio. «Sono amareggiato, ma sereno — lo stringato commento, ieri, di Guerini —. Si è trattato di una dimenticanza». La multa è già stata pagata.