Non vaccinato, il Tar: torni al nido
Lovere, i giudici di Brescia accolgono l’istanza dei genitori di un bimbo allontanato dall’asilo
Ha iscritto il figlio all’asilo nido di Lovere senza vaccinarlo, e senza prendere appuntamento con l’Ats per le prescrizioni di legge. E per questo, lunedì, la coppia si era trovata il figlio espulso dal nido comunale. Ma ha subito presentato ricorso al Tar di Brescia, che ieri ha sospeso l’espulsione in attesa di decidere sul merito. Esulta l’avvocato della coppia: «Avevamo rispettato la legge alla lettera, la nostra è resistenza a un obbligo».
Stamattina il bimbo potrà tornare all’asilo nido a giocare con i suoi amici. Per lui sarà stata solo una vacanza di quattro giorni. Il piccolo non sa che attorno alla sua vacanza si sta scatenando una battaglia legale che rischia di trascinarsi a lungo.
I suoi genitori, una coppia di Lovere, lo hanno iscritto il 7 settembre all’asilo nido comunale di via San Maurizio. E fin dall’inizio hanno scelto una strada alternativa di fronte alle prescrizioni della legge sull’obbligo di vaccinazione degli iscritti alle scuole. La maggior parte delle famiglie aveva già provveduto a far vaccinare i loro figli e quindi hanno potuto presentare il relativo libretto vaccinale.
I genitori del bimbo di Lovere, però, hanno scelto una possibilità concessa dalla legge, e si sono limitati a depositare una raccomandata che avevano inviato all’Ats con lo scopo di «sostenere un colloquio inerente l’obbligo vaccinale». E per l’iscrizione era bastato, nell’attesa che poi il bambino venisse davvero portato in ambulatorio per le iniezioni.
Da allora però si è aggiunto un secondo obbligo. I ministeri della Salute e dell’Istruzione, attraverso una circolare del 27 febbraio, hanno precisato che chi era nelle loro
Per l’avvocato «abbiamo obbedito alla legge, è resistenza attiva a un obbligo»
condizioni avrebbe dovuto presentare entro il 10 marzo il certificato di avvenuta vaccinazione, o almeno quello con il relativo appuntamento rilasciato dall’Ats per le settimane successive. Visto che il certificato non c’era, il 6 marzo la famiglia è stata avvisata dal Comune che aveva ancora qualche giorno di tempo per provvedere: sarebbe bastato chiedere un appuntamento all’Ats. Ma la coppia non lo ha fatto, e sapendo che il figlio sarebbe stato escluso dal nido, lunedì lo ha tenuto a casa.
Il 12 marzo il Comune ha comunicato alla famiglia il divieto d’accesso del bambino all’asilo: «Io mi sono limitato ad applicare la legge», precisa il sindaco Giovanni Guizzetti, medico. Ma subito dopo è partito il contrattacco, con l’incarico della famiglia all’avvocato di Omar Cantaluppi di Costa Volpino di presentare un ricorso al Tar di Brescia contro il Comune e i due ministeri della Salute e dell’Istruzione.
Ieri i giudici della prima sezione del Tribunale amministrativo regionale ha esaminato il ricorso e ha sospeso ogni provvedimento di esclusione del bambino dalla scuola comunale. Riservandosi poi di esaminare nel questione nella Camera di consiglio fissata per il 4 aprile.
Per conto della famiglia, canta vittoria il suo avvocato, che spiega i motivi del ricorso: «Non so se i genitori del bambino siano No Vax, non glie l’ho chiesto e non mi interessa — premette Cantaluppi —. Noi ci siamo limitati a fare presente di essere perfettamente in regola con la norma di legge». Non con la circolare, però: «Ma la circolare è una conte secondaria, un ulteriore balzello che è stato imposto successivamente all’iscrizione. Noi ci atteniamo alla fonte primaria, cioè alla legge. Secondo la quale la famiglia non doveva presentare un secondo certificato: quello lo deve fare chi ha vaccinato il figlio. La nostra è una forma di resistenza attiva contro un obbligo che coinvolge tante famiglie».