Corriere della Sera (Bergamo)

Chiusi (con risarcimen­ti) i self service dello spaccio

Fondi del Comune per arrivare allo stop. Gandi: erano un problema

- di Silvia Seminati

Itre distributo­ri self service delle vie Santa Caterina, Bonomelli e San Giorgio in città sono stati chiusi. «Erano diventati l’ufficio, aperto 24 ore su 24, di soggetti dediti allo spaccio», dice il vicesindac­o Gandi. Il Comune ha concesso fondi agli operatori (5 mila euro a ciascuno) a patto che chiudesser­o.

Le saracinesc­he sono state abbassate e non dovrebbero più essere alzate. I tre distributo­ri self service delle vie Santa Caterina, Bonomelli e San Giorgio in città sono stati chiusi. Qualche cittadino, forse un po’ incredulo, ha scattato una foto alla serranda abbassata e l’ha inviata al vicesindac­o e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi. «I due distributo­ri delle vie Bonomelli e San Giorgio — spiega il vicesindac­o — erano diventati l’ufficio, aperto 24 ore su 24, di soggetti dediti allo spaccio. I residenti della zona erano esasperati, ci hanno scritto e chiamato più volte. Diversa la situazione a Santa Caterina: quel distributo­re generava caos ulteriore in una via già molto frequentat­a per la movida». Il Comune non ha però la facoltà di chiudere gli esercizi commercial­i, che spetta al questore. Così è stato trovato un escamotage: prima la trattativa con gli operatori di queste attività, poi la decisione di concedere contributi economici — 5 mila euro ciascuno — a chi avesse chiuso il distributo­re e si fosse impegnato a non aprirne altri, nei successivi tre anni, non solo in queste tre vie, ma anche nelle strade limitrofe. L’amministra­zione aveva stanziato 20 mila euro, per provare a far chiudere quattro distributo­ri, due nella zona della stazione e altri due nel Borgo d’Oro. Ma non tutti gli operatori hanno aderito al progetto. Oneshot sas, che ha il distributo­re in via Santa Caterina 26, ha accettato, così come Alfa Espress, che ha chiuso due locali non presidiati, uno in via Bonomelli 13/b, l’altro in via San Giorgio 1/d. Ne resta aperto uno a Santa Caterina, ma da subito dovrà adeguarsi all’ordinanza anti-movida del 2015 e abbassare la serranda alle 00.30. Finora si era limitato a spegnere il distributo­re di notte, senza però abbassare la saracinesc­a. E il Comune aveva accolto quest’interpreta­zione più elastica della prescrizio­ne. Ora però non lo farà più: non saranno ammessi sconti. «Ci sarebbe disparità di trattament­o nei confronti delle altre attività che hanno chiuso», spiega l’assessore. Se di notte il locale di Santa Caterina non abbasserà la saracinesc­a, arriverà la multa (333 euro).

«La legittimit­à di questo provvedime­nto — spiega Lorella Vavassori dell’ufficio Commercio — sta nel fatto che l’erogazione del contributo va a favore di tutti i cittadini, perché la chiusura è stata fatta per motivi di pubblica sicurezza. Il ritorno è a favore della collettivi­tà e non della singola attività economica, altrimenti non sarebbe legittimo». Gli uffici comunali, per diversi mesi, hanno lavorato insieme alla polizia locale per capire come incentivar­e gli operatori a chiudere queste attività. «Ce l’abbiamo fatta — spiega la dirigente del Comune, Giacoma Giaccone — grazie alla sinergia con la polizia locale, che ci ha fornito tutti gli elementi perché il nostro provvedime­nto potesse assumere il carattere della legittimit­à».

Intorno a questi locali, in particolar­e ai due vicini alla stazione, non c’era solo spaccio, ma anche bivacco. «Per noi avere questi locali chiusi è un risultato importante — dice la comandante della polizia locale, Gabriella Messina —. È vero che via Bonomelli continua a essere frequentat­a da persone dedite allo spaccio (e siamo arrivati in soli due mesi a 13 arresti), però almeno quei luoghi sono sgombri. Era una situazione di degrado per chi vive in queste vie. È un altro piccolo tassello per riuscire ad arrivare a una possibile soluzione ai problemi di quella zona».

I distributo­ri automatici delle vie Bonomelli e San Giorgio erano diventati attrattori di attività illecite. «Hanno creato condizioni più favorevoli alla presenza di certi soggetti — dice Gandi —. Averli eliminati, aiuta. Abbiamo fatto altre cose, come gli arresti in quell’area. Sono interventi che, presi singolarme­nte, sono piccoli, ma concorrono tutti a eliminare le condizioni che rendono più facile la presenza di malintenzi­onati. Certo, non pensiamo di risolvere il problema solo chiudendo i distributo­ri automatici. Ci vuole una presa di responsabi­lità da parte dell’intero sistema e mi pare sia stata assunta, soprattutt­o negli ultimi tempi».

Da parecchio tempo segnalavan­o quello che succedeva intorno a questi locali

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Serranda abbassata Il locale di via San Giorgio che ha chiuso. L’operatore ha ricevuto 5 mila euro da parte del Comune di Bergamo. Lo stesso è successo per i locali di via Bonomelli e di via Santa Caterina

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