Non accoltellò la ex Assolto dopo un anno di carcere
Stezzano, arrestato per una coltellata alla sua ex venne condannato a 6 anni e 8 mesi. In appello il ribaltone
Le versioni sono rimaste le stesse. Lui: si è ferita da sola. Lei: è stato lui. In primo grado l’uomo era stato condannato a 6 anni e 8 mesi. Sentenza ribaltata in appello: assolto. Ma nel frattempo lui è rimasto in carcere per un anno.
Cristian Locatelli, 46 anni, ha trascorso un anno in carcere dopo l’arresto con l’accusa di aver accoltellato alla pancia la sua compagna Barbara Mazzocchi. Era una domenica sera, l’11 maggio 2014, nella loro villetta a schiera in via Edison, a Stezzano.
La sua prospettiva era finire di nuovo dietro le sbarre, alla luce della condanna a sei anni e otto mesi, in udienza preliminare (il pm Gianluigi Dettori aveva chiesto 8 anni), il 13 luglio 2017. Ma ora in appello Locatelli è stato assolto con il secondo comma, la vecchia insufficienza di prove (denuncerà lei per calunnia). La vicenda ha sempre avuto luci e ombre e la formula del giudice di secondo grado è la conferma che ne sono rimaste. La donna aveva chiamato il 118: «Mi hanno accoltellata». Il compagno era corso dai vicini dicendo che si era chiusa in camera da letto, che sentiva dei lamenti e che temeva si stesse facendo del male. Sul posto erano arrivati i soccorritori in automedica e i carabinieri. Locatelli era finito in carcere e c’era rimasto fino alla scadenza dei termini, oltre un anno, per poi tornare completamente libero con il solo divieto di avvicinarsi alla sua ex. La vicenda era finita davanti al giudice monocratico con l’accusa di lesioni. Riqualificata in tentato omicidio, la vicenda era stata trasferita davanti al giudice dell’udienza preliminare.
Le versioni dell’imputato e della parte offesa sono sempre rimaste le stesse. Lui: si è ferita da sola. Lei: è stato lui. In primo grado aveva retto la seconda versione nonostante l’avvocato Stefania Russo, per Locatelli, avesse messo in evidenza che secondo la consulenza tecnica d’ufficio la ferita fosse compatibile con un fendente auto inferto così come inferto da un’altra persona, e alcuni dettagli che aveva ritenuto contraddittori. La donna, per esempio, aveva lavato il coltello. Per evitare guai al compagno, aveva detto. Secondo la difesa dell’imputato, uno dei dati più rilevanti è la telefonata che quella sera lei fece ad uno zio del compagno: gli diceva di essere stanca dei continui litigi e che voleva farla finita.