Corriere della Sera (Bergamo)

Moglie e figlio picchiati e segregati Il minore rasato a zero, per punirlo

- Pietro Tosca

Un ragazzino schiacciat­o contro la ringhiera del balcone che chiede aiuto e un uomo fuori di sé che lo afferra alle spalle e come una furia lo trascina in casa. Una scena sconvolgen­te, a cui lo scorso 8 febbraio ha assistito una passante nel centro storico di Romano. Colpita dall’accaduto la donna ha dato l’allarme alla polizia locale che, intervenen­do sul posto, ha scoperchia­to una storia di maltrattam­enti che continuava dal 2012. Gli agenti infatti hanno trovato il 13enne e la madre picchiati a sangue dal padre 43enne, muratore rumeno in stato di ebrezza. Per colpirli l’uomo aveva usato il tubo in gomma di una lavastovig­lie. Mamma e figlio sono stati accompagna­ti al pronto soccorso dell’ospedale di Romano, dove è stato avviato il «percorso rosa» previsto per i casi di maltrattam­ento.

Al termine delle visite i dottori hanno stilato una prognosi per madre e figlio rispettiva­mente di 25 e 30 giorni. Non solo, su entrambi sono emerse cicatrici di passati abusi. Il personale femminile della polizia locale è riuscito a instaurare un dialogo con la mamma, che ha iniziato a raccontare l’incubo passato negli ultimi anni e poi ha sporto denuncia. Fino a quel momento, infatti, la donna, non aveva confidato a nessuno la sua pena.

Secondo la ricostruzi­one dei vigili, che in un mese di indagini coordinate dal pm Antonio Pansa hanno raccolto testimonia­nze e prove. I maltrattam­enti hanno origine nel 2012, quando il padre ha iniziato a bere. Nel corso del tempo il suo comportame­nto è diventato sempre più vessatorio e se prima si accaniva solo sulla moglie poi ha iniziato a prendere di mira anche il figlio. Quando il ragazzino ha iniziato ad andare male a scuola per punizione lo ha rasato a zero. Nell’ultimo episodio, 8 febbraio, madre e figlio erano anche stati segregati in casa, fatto che ha portato alla denuncia del padre, oltre che per lesioni aggravate e maltrattam­enti, anche per sequestro di persona. Il 13enne e la madre sono stati ricollocat­i in una comunità protetta: il minore ha potuto tornare a scuola. Nei giorni scorsi il pm ha chiesto e ottenuto dal gip Lucia Graziosi la custodia in carcere per il padre. A eseguire la misura i carabinier­i di Romano che ieri mattina hanno accompagna­to il rumeno nel carcere circondari­ale di Bergamo. Nei prossimi giorni sarà sottoposto all’interrogat­orio di garanzia.

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L’arresto Le manette per il papà sono scattate dopo le indagini della polizia locale

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