Sponsor e social Il titolo Goggia in forte crescita
Vittorie sulle piste da sci e tanti follower sui social: il «marchio» Goggia vale oltre 600 mila euro I ricordi del primo sponsor
«Io non sono gigante, io sono libera”. Accompagnata da questo claim, il giorno dopo la conquista della Coppa di cristallo in discesa, Sofia Goggia ha conquistato anche un’intera pagina pubblicitaria proprio sulle colonne del Corriere della Sera. Lei, il suo urlo e la sciata imperiosa avvolta in una nuvola di neve hanno fatto da contraltare al brand Falconeri, filati di lusso del Gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi (ricavi per 2 miliardi di euro) in bella mostra sul casco nero della sciatrice bergamasca. Posizione strategica, invitante commercialmente parlando quanto quella del musetto di una monoposto di Formula Uno, quella sul casco è appannaggio degli atleti che la offrono sul mercato con contratti individuali. Per Sofia c’è, appunto, Falconeri che è anche sponsor Fisi e la cifra per il brand sul casco oscillerebbe tra i 150 mila e i 200 mila euro. Importi lontanissimi da quelli agli albori della carriera. Anni fa in testa Sofia aveva il marchio dell’agriturismo Ferdy, un realtà d’eccellenza di Lenna in capo a Ferdinando Quarteroni che, quella sponsorizzazione, la ricorda bene: «L’ho fatta per 4 anni e il mio marchio era accanto a quelli mondiali come Red Bull e Barilla. Alle Olimpiadi di Sochi Sofia portava il mio nome. Lei era senza sponsor e io mi sono proposto. Te lo fac- cio io, le ho detto. Avevo ancora un anno di contratto, ma lei aveva offerte maggiori. Non l’ho trattenuta, erano soldi importanti per lei».
Le cifre rimangono top secret, ma la «crescita di valore» della sciatrice va di pari passo con i risultati conseguiti. E anche con l’appeal di immagine che fa della Goggia un’influencer sportiva di primo piano. Sui social è seguitissima — si viaggia sugli oltre 100 mila followers tra Instagram e Facebook — e qualsiasi prodotto che mostra, ha un potenziale di viral marketing molto appetito dalle aziende. Cifre, anche in questo caso, non sono di pubblico domile
nio ma è il numero delle aziende che, alla fine, «cuba» il risultato finanziario. Da aprile in poi sarà tempo di contratti, che si aggiungeranno a quelli già in essere di Enervit e Redbull. Di certi e acclarati ci sono, invece, i guadagni introitati per i risultati
agonistici. Nessun mistero su quanto vale un oro olimpico, 150 mila euro lordi e sui premi per le vittorie di Coppa per 261 mila franchi svizzeri (più o meno 220 mila euro). Tirata una riga siamo già ben oltre i 600 mila euro con prospettive di crescita. Il valore intangibi- di Sofia è, invece, il traino per tutto il movimento. L’effetto Goggia che farà spingere molti bambini e ragazzi a spingere sull’acceleratore. Quanto fosse determinata, la baby Sofia, traspare dalle famose schede di uno dei suoi allenatori, quel Batti Tomasoni dell’Ubi Banca Goggi che, insieme ad altri, l’ha forgiata nella sciata e nel carattere. Idee chiare fin da quando era cucciola. I suoi propositi, nelle settimane di allenamento estivo al Passo del Tonale, erano già netti: «Devo pensare a tenere duro e a migliorare la mia sciata. Voglio vincere le gare, così scio meglio».
Instagram e Facebook Importante, dal punto di vista del marketing, anche gli oltre 100 mila follower