Settima spaccata in centro, per tre nessun colpevole
Ripulito Berne’. La Procura: vanno archiviate
Nuova spaccata in centro a Bergamo, è la quarta in nove mesi, la settima da quella di gennaio 2013 alla pellicceria Marega, in piazza Dante. Solo in un caso, i presunti colpevoli sono stati individuati. Per tre si sa che è stata chiesta l’archiviazione. Lunedì, alle 23.50, in coincidenza con il cambio turno in questura, è toccato alla boutique Berne’, in via Borfuro. Una banda di almeno tre persone ha prima strappato la saracinesca abbassata, legandola a un Fiorino bianco. Poi, con lo stesso mezzo usato in retromarcia, ha sfondato la vetrina. In 90 secondi i ladri, muniti di guanti e passamontagna, hanno rubato abiti, borse e altri accessori, tutti griffati. Il bottino dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 mila euro. «Consiglio ai negozianti di usare serrande più sicure», dice il questore Girolamo Fabiano. Proprio ieri, Atb ha iniziato a installare le nuove telecamere comunali.
Dieci minuti prima di mezzogiorno. La saracinesca ammaccata è parcheggiata in cortile, gli operai sono alle prese con l’ultima striscia di vetrina rimasta in piedi e davanti a Berne’ è una processione di gente che s’affaccia, guarda gli scaffali vuoti e domanda che disastro è capitato. In via Borfuro quella è l’ora delle udienze e del viavai degli avvocati. C’è il tribunale, a pochi passi dalla boutique saccheggiata un giro d’orologio prima. Alle 23.50, il primo colpo per strappare la saracinesca. Subito dopo, il secondo per sfondare l’angolo più basso, accanto alla porta, e dare inizio alla razzia. Siamo alla quarta spaccata in centro in nove mesi, la settima da quella di gennaio 2013 alla pellicceria Marega. Allora, il palazzo più vicino era quello della Procura.
Lunedì sera, di nuovo in coincidenza con il cambio turno in Questura, una banda composta da almeno tre persone ha dato l’assalto allo storico negozio di abbigliamento, 32 anni di attività, prima in via XX Settembre e poi dagli anni ‘90 in via Borfuro, vicino all’incrocio con via Piccinini. Per il bottino ancora non c’è una cifra precisa, ma non dovrebbe essere lontana dai 150 mila euro. I ladri si sono portati via abiti, borse e accessori di brand come Balenciaga, Aspesi, Rochas. Tutti capi costosi, della collezione estiva. Hanno ripulito il pianoterra in un minuto e mezzo, risparmiando il soppalco e i cassetti all’ingresso, probabilmente per non perdere tempo.
L’allarme è scattato quando i banditi hanno agganciato con alcune corde la saracinesca abbassata. Hanno dato di gas con un Fiorino bianco e hanno scardinato la serranda. Poi avrebbero fatto il giro dell’isolato risalendo da via Piccinini, imboccando la rotonda dei Mille e scendendo in contromano da via Crispi, per superare piazza Matteotti e tornare in via Borfuro. Con un’altra sgommata, questa volta in retromarcia, si sono creati un varco nella vetrina. Dopo di che, in tre, con guanti e passamontagna, si sono infilati nella boutique e hanno arraffato tutto quello che potevano. La merce preziosa è stata gettata in alcuni sacchi tenuti aperti da anelli rigidi. Pochi abiti sono rimasti, sgualciti, sul pavimento. Non era mai capitato a Berne’ e nemmeno se l’aspettavano, visto il poco spazio di manovra nella via a senso unico. Frastornate, Maddalena Russo e la figlia Michela Berne’ sono arrivate subito dopo insieme alle commesse Barbara Cassandro e Roberta Nicoli. Dovrebbero riaprire nel weekend. «Siamo un negozio con una nostra clientela affezionata — racconta Cassandro —. Molte clienti sembrava che ci facessero le condoglianze. Io mi sono sentita come se lo avessero fatto a casa mia. Quando hanno rimosso la saracinesca, ho pianto».
La telefonata alla polizia è partita dal secondo piano, dove abita una coppia di 76 e 79 anni. «Io ero già andata a dormire, mentre mio marito era rimasto in piedi a leggere — dice lei —. Abbiamo sentito una sgommata e il primo botto, come un’auto che cozza contro un’altra. Abbiamo pensato a un incidente. Il secondo botto è stato più forte e allora mio marito si è affacciato. Mi sono alzata anche io e ci siamo trovati davanti a una scena da Far West. Li abbiamo visti uscire carichi di vistiti. È stata questione di pochi attimi, sono stati velocissimi. Mio marito ha urlato per metterli in fuga, ma quelli hanno continuato imperterriti». Altri testimoni erano in strada, due ragazzi appena usciti dal parcheggio sotterraneo. Avrebbero tentato di inseguire il furgoncino in fuga. Non è servito. I ladri si sono lasciati alle spalle il palazzo di giustizia e l’ennesima vetrina in frantumi.