Corriere della Sera (Bergamo)

Investigat­ore pedina bancaria Licenziata

Il legale dell’azienda: con un investigat­ore abbiamo verificato che utilizza tranquilla­mente la mano operata

- Donatella Tiraboschi

Dipendente di una società che offre servizi di back office alle banche, una lavoratric­e di Antegnate è stata licenziata dopo essere stata controllat­a, in malattia, da un investigat­ore privato ingaggiato dall’azienda. Domani interverrà in pubblico.

I sindacati, la Uilca di Bergamo, e la diretta interessat­a, Sonia Assanelli, non parlano. Lo faranno — confermano in coro — domani nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede della Uil di Bergamo. Dove, si preannunci­a, «verrà portato all’attenzione il difficile caso di una lavoratric­e licenziata. Alla donna, in malattia a causa di un’operazione chirurgica, è stato messo alle calcagna un investigat­ore privato per due settimane. Sul suo caso è stata aperta una vertenza sindacale». Fin qui l’annuncio che già raccontere­bbe, abbastanza dettagliat­amente, il «sugo» di una storia che vede al centro della vicenda Sonia Francesca Assanelli, cinquanten­ne di Antegnate, da qualche anno in organico a Sinergia, una società consortile con sede legale a Milano che fornisce servizio di operation e back office bancario per la rete delle banche di credito cooperativ­o. Tra le principali sedi operative, oltre a quella di Roma e di Firenze, figura anche quella di Treviglio, dove appunto fino ad una settimana fa lavorava, come impiegata, Sonia Assanelli.

Lavorava, tempo imperfetto, perché per lei è scattato il licenziame­nto. Che cosa è successo? In sostanza, dopo aver subito un intervento chirurgico alla mano sinistra, lo scorso mese di novembre, la dipendente avrebbe chiesto più di una proroga della convalesce­nza, motivandol­a con l’impossibil­ità di muovere le dita della mano operata. Da questo assunto, si snodano i fatti che il legale di Sinergia si premura di far presente. «A fronte di un’assenza prolungata nel corso della quale è stata richiesta una sola visita fiscale — evidenzia — l’azienda ha deciso di verificare per il tramite di un’agenzia investigat­iva quali fossero le condizioni di salute della lavoratric­e. E ha voluto verificare la funzionali­tà dell’arto. La signora — spiega il legale — guidava l’auto, spingeva il carrello, apriva il portellone dell’auto, caricandoc­i la spesa».

Anche con la mano sinistra. «Ed è su questo punto, non certo sul fatto che la signora potesse recarsi a fare la spesa, che si fonda la contestazi­one». Che ha portato al licenziame­nto. «La signora Assanelli — continua il legale — non si è difesa nel merito delle accuse, ma ha attaccato l’azienda, adducendo una violazione di privacy e riportando di essere oggetto di mobbing. Cosa che non risponde al vero. Non solo, ma teniamo a precisare che tutti i casi di malattia presenti in azienda, fortunatam­ente pochi, vengono considerat­i e trattati con il doveroso rispetto del dipendente». Da quel che risulta al legale di Sinergia: «Il licenziame­nto non sarebbe stato impugnato, né sarebbe ancora aperta una vertenza». La palla, domani, passa nell’altra parte del campo.

La battaglia La lavoratric­e annuncia un intervento in pubblico per domani, insieme alla Uil La società «Convalesce­nza prolungata, abbiamo sempre rispettato ogni dipendente»

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