La resa delle indagini Il questore: «Servono serrande più sicure»
Archiviazione per i tre precedenti. Telecamere, via ai lavori
Sette spaccate e per ora un solo caso risolto, grazie alle telecamere. Di Verona. Mentre una nuova boutique del centro finisce nel mirino — Berne’, lunedì, ore 23.50 — la Procura è costretta ad arrendersi alle bande specializzate in griffe e auto ariete. «Sono professionisti, non lasciano tracce», lo sfogo di un inquirente nei corridoi di piazza Dante, ieri mattina. E così è stata chiesta l’archiviazione anche per il secondo colpo a Tiziana Fausti, quello della settimana del black friday, il 23 novembre scorso, la stessa sera dell’incendio alla giostra della vicina piazza Vittorio Veneto. Impavidi fino in fondo, i banditi. Tre settimane prima era toccato alla pellicceria Pagano, in via Sant’Orsola. Il 22 giugno, ancora alla Fausti: il suo corner Dior era stato saccheggiato della collezione appena arrivata da Parigi. Archiviata e archiviata.
Solo per il furto da un milione di euro alla gioielleria Curnis, il 16 marzo 2015, la Questura era risalita ai responsabili, serbi, rumeni e un italiano. Decisiva era stata l’immagine catturata dalla telecamera di un centro commerciale di Verona. Proprio in quell’occasione l’allora capo della Squadra mobile Giorgio Grasso aveva puntato il dito contro il sistema di videosorveglianza pubblico di Bergamo, inadeguato, con obiettivi vecchi e quasi mai utili alle indagini. Sarà una combinazione, ma proprio ieri, al comando della polizia locale, Atb ha iniziato a collegare i sei server della nuova rete digitale. Un progetto bipartisan, concepito dalla giunta Tentorio e faticosamente portato avanti da quella del sindaco Giorgio Gori. Se ne parla da anni, ma per via di problemi con l’assegnazione dell’appalto solo adesso partono i lavori. Una volta predisposta la centrale operativa di via Coghetti, dove arriveranno le immagini, i tecnici passeranno alla sostituzione delle 86 postazioni già sparpagliate tra le strade del centro e i quartieri. Un intervento che sarà eseguito in modo progressivo, senza che ci siano black out, e che non dovrebbe richiedere più di due settimane. Infine, entro giugno, dovrebbero essere inaugurati i 21 nuovi dispositivi. «Ci vorranno un paio di mesi — spiegano da Atb — perché dobbiamo indire una gara per assegnare i piccoli lavori edili necessari per l’installazione».
Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi evita l’argomento telecamere da tre spaccate fa. «Finché non le vedo, non voglio fare altri annunci — si limita a rispondere —. Sapevo comunque che i primi lavori erano in programma in questi giorni». E su Berne’: «Spiace, non posso che esprimere ai titolari la mia solidarietà, anche perché sono un loro cliente. Purtroppo, di fronte ad azioni come queste, è difficile pensare a quali misure adottare. Al Sentierone abbiamo sostenuto la spesa di metà dei panettoni davanti alle vetrine. L’altra metà è stata acquistata da Tiziana Fausti, che l’ha poi ceduta
Il vice sindaco Gandi Mi confronterò con la Fidelitas per capire se si può predisporre a un servizio mirato
al Comune». Da gennaio, le guardie giurate coprono la notte, quando i vigili non ci sono. «Proverò a confrontarmi con Fidelitas — aggiunge Gandi — per capire se si possano organizzare servizi mirati, di certo però è impossibile stare davanti a tutti i negozi».
Il questore Girolamo Fabiano garantisce, invece, che «le pattuglie sul territorio cittadino, ad ogni turno, sono tre, solitamente due nostre e una dei carabinieri. Ma — precisa — per i malviventi agire a quell’ora, che corrisponde con il nostro cambio turno, significa avere più probabilità di non trovare pattuglie operative». Era capitato anche per le due spaccate da Fausti. A giugno al Nazionale c’erano ancora clienti ai tavolini. A novembre, un passante aveva addirittura filmato la banda in azione. «Consiglio di utilizzare serrande con una consistenza tale da evitare certe spaccate — aggiunge il questore —. E più in generale di munirsi di sistemi di sicurezza adeguati». Duro lo sfogo di Tiziana Fausti: «Questo tipo di situazioni sta minando l’imprenditorialità bergamasca — afferma —. Io ho un negozio a Lugano. È capitato che una cliente ci rubasse alle tre del pomeriggio: alle cinque avevano la nostra merce in negozio e la denuncia della polizia. Purtroppo l’Italia è un altro Paese».