Corriere della Sera (Bergamo)

Papa Giovanni-Siad Campioni conservati a -195° in Criobanca

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«Meglio non metterci dentro un dito», è l’avvertimen­to. Nei 10 contenitor­i c’è azoto liquido alla temperatur­a di -195 gradi, così bassa che al tocco brucerebbe, ma perfetta per conservare delle provette con campioni di tessuti umani a scopi di ricerca. È stata inaugurata ieri all’ospedale Papa Giovanni XXIII la Criobanca, un deposito in cui vengono raccolti, catalogati e conservati plasma, sangue, cellule sia di pazienti sani sia di malati. I 10 macchinari sono donati da Siad, azienda bergamasca specializz­ata in gas industrial­i e medicinali. La Criobanca (nella foto) si unisce alla già esistente Biobanca dell’ospedale, 27 macchinari che conservano tessuti a temperatur­e più alte, da -80 a -20 gradi. Tra Biobanca e Criobanca, il Papa Giovanni vanta 135 mila campioni, di cui 70.500 sono usciti nel

2017 a fini di ricerca. «C’è un continuo trasferime­nto — precisa la dottoressa

Annapaola

Callegaro, responsabi­le della Biobanca —. I tessuti vengono trasferiti alle Banche regionali per essere trapiantat­i su pazienti in lista d’attesa. Altri fanno il percorso inverso, provengono dalle sale chirurgich­e e vengono qui conservati». Nel 2017 sono transitati per la Biobanca 307 tessuti, di cui circa due terzi provenient­i dalle sale operatorie dello stesso ospedale. Ai donatori è garantito l’anonimato e ogni provetta contenente il materiale è catalogata all’arrivo e identifica­ta tramite un codice a barre. La Biobanca si trova nei sotterrane­i dell’ospedale, in un locale dove un sistema elettronic­o garantisce gli accessi «solo agli autorizzat­i — prosegue la dottoressa —. Un sensore segnala eventuali malfunzion­amenti per questione di sicurezza». (gi.la.)

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