Mattone, dopo 3 anni il mercato non cresce Soffre di più l’usato Nomisma: in città -1,8% contro il -0,6% del nuovo
La classificazione immobiliare considera Bergamo come una città italiana «intermedia». Come Modena, Trieste o Verona. Non ha i picchi di una Milano dove i prezzi sono tornati a crescere su base triennale, anche oltre il 20% (nell’area Bocconi), né i ribassi stracciati delle grandi periferie metropolitane. Senza mostrare segnali di particolare vitalità, il mercato immobiliare bergamasco è infatti risultato, lo scorso anno, sostanzialmente stabile, anzi con un lievissimo segno meno davanti nel numero delle compravendite. Niente di drammatico. Quel -3% che si è registrato dopo un triennio di aumenti, avvicinandosi ai livelli precrisi del 2008, è superiore del 50% rispetto al valore minimo registrato nel 2013, l’annus horribilis del mercato immobiliare (in picchiata fino a -30% in Italia e in discesa a Bergamo fino a -10%).
Questa è la cornice delineata dal primo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2018 di Nomisma, presentato ieri in Assolombarda, che — percentuali alla mano — dà uno spaccato molto vicino alla percezione empirica di chi, negli ultimi 12 mesi, ha cercato casa. Da comprare o in affitto. A cominciare dai prezzi, pure questi in leggera flessione, sia per il nuovo (-0,6% la variazione su base annua) sia per l’usato ( -1,8%). In città il prezzo medio per metro quadrato è di 2.103 euro per il nuovo e 1.427 per l’usato. Ovviamente si sta parlando di una media che esclude le zone di pregio, Città Alta, centro e zona Piscine in primis. Quanto ai tempi, mediamente per la vendita si impiegano 8 mesi, mentre la percentuale di sconto applicata, sul prezzo base, si attesta intorno al 16%. La stabilizzazione della domanda e dell’offerta, con una forbice sempre meno ampia, si riscontra sia nelle compravendite che nelle locazioni. Ed è questo un altro elemento positivo, perché il bilanciamento di domanda e offerta riflette un equilibrio finanziario ed economico del tessuto territoriale di riferimento. Un immobile in affitto viene piazzato, mediamente, in meno di tre mesi, mentre i canoni sono cresciuti dello 0,4% su base annua. La stagnazione rimane, invece, nel settore non residenziale, vale a dire gli immobili a destinazione direzionale e commerciale, a fronte di una contrazione di valori (rispettivamente -2,2% e -0,7%). Per vendere un ufficio serve poco più di un anno, 10 mesi per un negozio, fino ai 14,5 mesi per i capannoni industriali. Per questo segmento le previsioni di mercato sono all’insegna dell’instabilità. Meglio andrà alle compravendite, mentre si prospettano in netta ripresa le locazioni.