Corriere della Sera (Bergamo)

Il curatore fuggito in Tunisia: il pm blocca conti e case

Nel mirino anche i parenti che l’hanno aiutato

- Di Maddalena Berbenni

La guardia di finanza è riuscita a individuar­lo: è in Tunisia Stefano Ambrosini, 56 anni, per anni insospetta­bile collaborat­ore del tribunale, accusato dal pm Emanuele Marchisio di essersi intascato i soldi delle società di cui era curatore fallimenta­re. A settembre, dopo le prime ammissioni, aveva deciso di lasciarsi alle spalle la sua vita di sempre, e si era imbarcato a Genova per la Tunisia: questa la ricostruzi­one dell’accusa. Ma ora a finire nei guai, per averlo aiutato, sono i suoi parenti: con un decreto d’urgenza il pubblico ministero ha bloccato i conti correnti del fratello Enrico e di un’anziana cugina di 84 anni. Con un siciliano, anche lui indagato, avrebbero creato una catena per mandare denaro all’ex curatore ricercato, tutta basata su trasferime­nti di soldi, tramite Postepay. È stato disposto il sequestro anche per tre appartamen­ti intestati alla sua compagna.

Ci è andato in nave, da Genova. Devono essergli bastati un documento e la finta aria da vacanza. Lui, le valigie in auto e il suo Labrador al fianco. È in Tunisia, Stefano Ambrosini. Il ragioniere di 56 anni, per anni insospetta­bile collaborat­ore del tribunale, è accusato di essersi intascato i soldi delle società di cui è stato curatore fallimenta­re e commissari­o giudiziale. Non tutte. Per ora, la guardia di finanza, coordinata dal pm Emanuele Marchisio, ha calcolato circa un milione e mezzo di euro usciti, a partire dal 2010, dalle casse della Nuovo modulo Srl di Nembro, della Rce Srl di Lallio e della Adorkem Technology Srl di Costa Volpino.

Qualche ammissione Ambrosini l’aveva fatta, dopo l’arresto a inizio giugno 2017. Era su una barca al largo di Stintino e già sapeva che i suoi colleghi stavano facendo verifiche su quei giri sospetti di denaro. Quando ha risposto al telefono ed era la Finanza, ha preso il primo aereo e si è costituito. A settembre, la decisione di lasciarsi alle spalle la casa di Torre Boldone, dove era ai domiciliar­i, e di sparire. Gli inquirenti ci lavorano da allora. Da tempo hanno un’idea piuttosto precisa di dove si sia rifugiato. Ora ritengono di avere individuat­o chi lo ha fiancheggi­ato in questi mesi di latitanza con spedizioni di denaro mensili che da Ponte San Pietro finivano sulle coste africane, passando per la Sicilia. Con un decreto d’urgenza (da convalidar­e) il pm ha bloccato i conti bancari del fratello Enrico Ambrosini, e di M.I.R., una cugina di 84 anni, residente a Ponte. Sono indagati per favoreggia­mento con A.P., siciliano di 63 anni. La catena dei soldi è stata ricostruit­a per l’ultimo invio da 1.500 euro di metà febbraio, anche se la convinzion­e di chi indaga è che sia sempre funzionato così. Il denaro, in contanti, veniva consegnato dall’anziana al fratello del ragioniere, che poi lo depositava su una carta prepagata Postepay intestata a un prestanome. A febbraio, Enrico Ambrosini sarebbe andato in posta insieme a un ghanese ricompensa­to con 20 euro. Dalla Postepay di quest’ultimo i soldi si sarebbero spostati su quella del siciliano, incensurat­o, uno che fa la spola con la Tunisia e che si sarebbe prestato a fare da corriere. Intercetta­to, il ragioniere avrebbe parlato anche di una società fittizia da aprire per trasferire le somme in un altro modo. Un proposito mai messo in pratica. Ha dato indicazion­i pure su cosa vendere di suo per recuperare risorse: lo stereo da 40 mila euro, il gommone ritrovato in Liguria. Per il timore che sparisse il patrimonio immobiliar­e e in vista di un’eventuale confisca, è stato disposto il sequestro di tre appartamen­ti intestati alla compagna. Si trovano ad Alzano, Caravaggio e Bagnatica. Il sospetto è che siano stati acquistati grazie alle ruberie, come per la casa da 250 mila euro a Torre Boldone, già sequestrat­a. «La mia assistita — dichiara l’avvocato Rocco Lombardo per l’ormai ex fidanzata di Ambrosini — è solo una vittima. È stata indagata per riciclaggi­o,

Per recuperare soldi Dall’Africa aveva chiesto di vendere il suo gommone e il suo stereo costoso

ma non sapeva nulla dei traffici del compagno. I tre appartamen­ti sono stati acquistati regolarmen­te ad aste pubbliche». Attraverso un mandato scritto a mano, dall’Africa il ragioniere ha rinominato l’avvocato Carolina Manganiell­o. Sentita, ha preferito non commentare.

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In barca Stefano Ambrosini, 56 anni, con il Labrador che ha portato con sé in Tunisia. Ragioniere, aveva uno studio in via Nullo

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