Ultrà e droga, liberi pusher e fornitori
Dopo un anno di misure cautelari. Spaccio vicino allo stadio: i primi patteggiamenti
Si va verso il processo, con rito abbreviato, a partire da luglio, per i protagonisti dell’inchiesta «Mai una gioia», che aveva portato la polizia a svelare un giro di spaccio nel piazzale del distributore Erg di viale Giulio Cesare prima delle partite dell’Atalanta. Ma tutti gli imputati saranno liberi. Dopo oltre un anno tra carcere e arresti domiciliari, il pubblico ministero ha chiesto la revoca delle misure cautelari, concessa ieri dal giudice dell’udienza preliminare.
Avvocati stupiti, i loro assistiti anche, sorridenti. Il pubblico ministero Gianluigi Dettori ha chiesto di revocare le ultime misure cautelari ancora in corso legate all’inchiesta «Mai una gioia», che aveva svelato un giro di spaccio prima delle partite dell’Atalanta nel piazzale del distributore Erg di viale Giulio Cesare, con tanto di sniffate di gruppo nel bagno della stazione di servizio, riprese dalle telecamere della polizia. Il tutto con un corollario di fornitori di diverso calibro, vendette incrociate, rapine mancate o messe a segno, intimidazioni. Un’indagine nata dall’attenzione, già focalizzata in passato dalla procura e dalla squadra mobile, su Luca Rota, 35 anni, di Almenno San Bartolomeo, legato almeno un tempo alla tifoseria organizzata nerazzurra. Proprio per lui è scattata la revoca degli arresti domiciliari, disposta dal gup Lucia Graziosi su richiesta del pm. Ma lo stesso provvedimento è arrivato anche per altri personaggi di spicco dell’inchiesta «Mai una gioia»: Alberto Bertocchi da Alzano Lombardo, ad esempio, personaggio centrale del giro di spaccio, accusato soprattutto in base alle intercettazioni ambientali sull’auto che utilizzava, dove aveva anche detto «la festa della Dea bisogna farla perché devo guadagnare…». Niente più arresti anche per il suo socio di riferimento, Mattia Personeni, di Bergamo, per Bruno Biondillo (in carcere per altri fatti), che si era distinto per una rapina di due chili e mezzo di marijuana, studiata con Rota e Bertocchi, ai danni di un altro indagato, Andrea Syll, di Alzano. E stop ai domiciliari infine per Giovanni Codognola, detto «Braca», anche lui già uomo della tifoseria, accusato di aver spacciato più dosi (con Rota e altri) in occasione di Atalanta-Napoli del 20 dicembre 2015, Atalanta-Genoa del 10 gennaio 2016 e Atalanta-Inter di una settimana dopo.
Ma perché è scattata la richiesta di revoca delle misure, chiesta per di più dall’accusa in occasione dell’udienza preliminare, iniziata ieri? Si tratterebbe solo di una questione di tempi: le restrizioni della libertà, in rapporto ai reati contestati, sarebbero già durate a sufficienza. Quello del pm non sarebbe quindi un atto volto a sminuire la portata dell’inchiesta.
Ieri, inoltre, il gup ha approvato alcuni patteggiamenti: 1 anno, 4 mesi e 2.200 euro di multa per Paolo Lucio Bendinelli, di Scanzorosciate, accusato del possesso di marijuana in casa; 2 anni e 4 mesi, con 5 mila euro di multa, per Emanuele Conti, per detenzione di cocaina e soldi considerati come guadagni dello spaccio; 8 mesi e 5.000 euro di multa per Angelo Pulcini per spaccio di cocaina; 1 anno e 3 mila euro per Andrea Gotti, 1 anno e 9 mesi per Luca Pernici, con 14 mila euro di multa (accusato di essere tra i custodi di 43 chili di marijuana in un appartamento di Ponte San Pietro); 1 anno e 2.500 euro di multa per Lucio Capitanio, di Bergamo. L’udienza preliminare proseguirà il 19 luglio.
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