Il maxi piano di Uniacque
Non è un caso che Uniacque abbia scelto la data di ieri, 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, per un convegno a più voci sulle risorse idriche (e relative infrastrutture) sul territorio della Bergamasca. La parola d’ordine, come ha evidenziato in apertura il presidente Paolo Franco (neo eletto consigliere regionale per Forza Italia), è «fare sistema in un’ottica di sempre maggior sostenibilità. Fermo restando, comunque, che la nostra è un’ottima acqua». Buona da bere — nel 2017 sono state venduti 65 milioni di metri cubi — e sostenuta da un sistema idropotabile sul territorio (Uniacque serve 820 mila abitanti, pari a 171 comuni e a 5.803 chilometri di rete di acquedotto) dove gli investimenti non mancano. Per gli interventi del piano quadriennale, fino al 2022, sono stanziati 17 milioni di euro, che si aggiungono ad altri 26 milioni di euro per le manutenzioni straordinarie. Le esigenze si sistema sono molteplici e puntano, oltre al superamento dei periodi di crisi, alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento e alla riduzione dei consumi: ogni bergamasco consuma mediamente 219 litri di acqua al giorno. In un contesto di ottimizzazione di servizio, sono stati evidenziati due fiori all’occhiello vantati dalla società guidata da Franco: la qualità delle fonti di approvvigionamento e la percentuale di perdite idriche. Mediamente si aggirano attorno al 35%, ma sono fortemente in calo grazie ad aree di eccellenza in cui è suddiviso il territorio provinciale, come Bergamo (23%) e Pianura est (18%).