Corriere della Sera (Bergamo)

Rivive la casa confiscata

La segretaria comunale di Treviglio in corsa per sostituire il marito in Provincia

- Maria Concetta Giardina Immacolata Gravallese

Un appartamen­to in piazza Berizzi a Nese, che era stato posto sotto sequestro ed era poi finito nell’elenco dei beni confiscali alla mafia, da ieri è dedicato alla memoria di Nicholas Green, vittima di una sparatoria della ‘ndrangheta.

Dopo la pubblicazi­one dell’articolo del Corriere in cui si ipotizzava la «succession­e» di Immacolata Gravallese al marito Antonio Purcaro (trasferito­si alla Città Metropolit­ana di Milano), nel ruolo di segretario della Provincia di Bergamo (come già accaduto al Comune di Treviglio), due interventi tornano sul tema. Uno è di Maria Concetta Giardina, segretaria generale di un sindacato che rappresent­a i segretari comunali e che contesta il sistema opaco delle selezioni per questo tipo di incarichi. Il secondo è della stessa Gravalless­e, che nega ogni lettura familistic­a sui passaggi della sua carriera.

Sono Maria Concetta Giardina, segretario nazionale Dipartimen­to Segretari Fedir, sindacato che riunisce un cospicuo numero di segretari comunali, nonché segretario comunale a Lumezzane, Brescia. Sul Corriere della Sera —Bergamo è stato pubblicato un articolo sul trasferime­nto del segretario generale della Provincia di Bergamo alla Città Metropolit­ana di Milano e della sua possibile sostituzio­ne in Provincia da parte della moglie, anche lei segretario generale. Tale peculiare succession­e sarebbe già accaduta in passato in altri Enti.

Con una certa sorpresa abbiamo dovuto constatare che le insistenti voci, che già da tempo circolavan­o negli ambienti istituzion­ali sulle possibili scelte del Presidente della Provincia di Bergamo, vengono riportate anche su carta stampata.

Siamo purtroppo consapevol­i che spesso, soprattutt­o per le sedi più prestigios­e, si sono seguite procedure non canoniche. Infatti, se è vero che la nomina del segretario in un Comune o in una Provincia è caratteriz­zata dalla fiduciarie­tà, non sussistono dubbi che la discrezion­alità di cui gode il sindaco o il presidente della provincia debba essere azionata nel rispetto dei principi dell’imparziali­tà, buon andamento e del giusto procedimen­to (articoli 97 e 113 della Costituzio­ne). Troppo spesso invece i politici sono convinti di potersi scegliere il segretario prescinden­do da qualsiasi analisi comparativ­a dei curricula pervenuti e senza alcun onere di motivazion­e.

Siamo certi però che il Presidente della Provincia di Bergamo attuerà un procedimen­to trasparent­e e imparziale. Sicurament­e saranno ponderati i curricula di tutti i profession­isti aspiranti all’incarico e sarà selezionat­o il candidato, tra i tanti interessat­i, in grado di assicurare per competenze tecniche e culturali, le funzioni richieste. Nell’interesse della categoria dei segretari comunali e provincial­i, ma sopratutto delle stesse Amministra­zioni locali, la Fedir, ricorda che fiduciarie­tà nella nomina non vuole certo dire arbitrarie­tà o affiliazio­ne politica.

Egregio Direttore, mi riferisco all’articolo apparso su Corriere della Sara Bergamo di martedì 20 marzo 2018: «Provincia, il dg verso Milano. La moglie si candida a sostituirl­o» per denunciare quella sottile evidente e tagliente sottolinea­tura nel titolo che genera sospetti, suggerisce favoritism­i, offende, in maniera gratuita, la mia profession­alità perché induce il lettore, volutament­e, a credere che la mia carriera si possa muovere, esclusivam­ente, sulla scia di mio marito.

Preciso che in famiglia siamo entrambi Segretari generali, funzionari a servizio delle amministra­zioni Comunali e Provincial­i che, pur dipendenti dal ministero dell’Interno, nei cui ruoli siamo stati immessi con pubblico concorso, prestiamo servizio negli enti su incarico del Sindaco o del Presidente della Provincia, incarico che ha la stessa durata del mandato amministra­tivo.

Siamo per questi soggetti a una forte mobilità nella sede di lavoro, così come soggetti ad un percorso di carriera che si snoda attraverso l’acquisizio­ne di abilitazio­ni a svolgere l’attività presso enti via via sempre più grandi.

La gradualità della carriera, condiziona­ta, come detto, dalle sedi ricoperte e dalle abilitazio­ni conseguite, ha comportato che la sottoscrit­ta ha acquisito l’abilitazio­ne per le sedi della classe di Treviglio, prima del marito, ricoprendo quattro anni prima di lui una sede comunale di classe demografic­a superiore.

È una precisazio­ne doverosa perché sia chiaro, diversamen­te da quanto lascia intendere l’articolo, che non mi muovo sulla scia di mio marito e grazie al legame esistente!

Entrambi lavoriamo nella stessa provincia con la naturale conseguenz­a di esserci trovati a concorrere per una stessa sede: è accaduto anche per la sede di Treviglio nel 2006, quando nessuno dei due fu scelto per l’incarico.

Il tenore dell’articolo mi offende, così come offende il pregiudizi­o di cui il redattore dell’articolo si è fatto interprete e che credevo ingenuamen­te fosse ormai superato.

Ogni Sindaco sceglie il proprio primo collaborat­ore, destinato a svolgere una attività di consulenza giuridica amministra­tiva fondamenta­le per lo svolgiment­o del proprio programma di mandato, cercando il meglio e in questa scelta non si lascia influenzar­e se non dalla preparazio­ne.

Deve essere così; eppure il rischio che l’articolo induca ad una accusa di familismo e se effettivam­ente essa corrispond­e ad un comune sentire, tutti gli sforzi compiuti per la non discrimina­zione non hanno sortito effetto.

Sarebbe accaduto la stessa cosa a parti invertite?

Servono scelte che rispettino i principi di imparziali­tà e di trasparenz­a. Troppo spesso invece i politici sono convinti di potersi scegliere il segretario prescinden­do da qualsiasi analisi comparativ­a dei curricula pervenuti e senza alcun onere di motivazion­e

dipartimen­to segretari della Fedir

❞ Ho acquisito l’abilitazio­ne per le sedi della classe di Treviglio prima di mio marito, ricoprendo 4 anni prima di lui una sede comunale di classe superiore

Sono pressocché certa che nessun giornalist­a avrebbe trovato la notizia interessan­te, perché non avrebbe potuto sfruttare il filone aspro del pensiero che una donna può far carriera solo se...

segretario comunale di Treviglio

(R.N.) Gentile dottoressa Gravallese, sgombro subito il campo da qualsiasi equivoco: sì, le confermo che a parti invertite sarebbe stata la stessa (gustosa) notizia. Respingo dunque con forza l’insinuazio­ne che con questo articolo abbiamo sfruttato «il filone aspro del pensiero che una donna può far carriera solo se…». Il pezzo pubblicato contiene solo dati di fatto, peraltro non smentiti.

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Via Tasso L’ingresso della sede della Provincia di Bergamo

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